Ancora forte la eco della votazione in commissione Attività Produttive del nuovo presidente. Capuano eletto con 14 voti a favore ma con l’astensione del PD, cosa che ha innescato un piccolo dibattito interno al partito stesso. De Pierro ha argomentato, in modo anche vibrato, la sua decisione. “Non ci facciamo risucchiare da beghe tutte interne alla maggioranza”, dice il capogruppo De Pierro, ma non tutti nel suo partito la vedono alla stessa maniera. L’alternativa sarebbe stata una presa di posizione politica, con voto palese, una manifestazione di fermezza e al tempo stesso di chiarezza su eventuali ipotesi future dopo l’outing dell’asse De Luca-Mastella. Da Corso Garibaldi, in sostanza, emerge la sensazione che non ci siano pregiudiziali morali nei confronti dello status quo e quindi neppure ad una nuova alleanza con Mastella, in vista della prossima primavera, constatato il fatto che l’accordo con De Luca, se vincente, avrà ricadute giocoforza su Benevento 2021. Mastella chiederebbe ed otterrebbe Palazzo Mosti, per se o per qualcuno dei suoi, più ipotizzabile la seconda ipotesi, e questo dovrebbe imporre al PD una linea autorevole per ingaggiare con Mastella un tavolo paritario di negoziato. Ovviamente, a partire dal regionale per scendere alle ramificazioni provinciali. Condicio sine qua non, l’esistenza stessa del partito che renderebbe possibile la definizione di una linea di coerenza e di fermezza che passa attraverso l’azione di opposizione da tenere nei confronti del sindaco, anche in presenza di possibili intese future. Una sorta di partita a scacchi nella quale però emergono anche le posizioni di coloro i quali mostrano scetticismo nei confronti dell’intermediazione del partito e come i cavalli al canapo del Palio agiscono “motu proprio” per legittimare le proprie ambizioni. Un percorso plausibile ma che potrebbe anche condurre dritto alla tendenza al “cannibalismo” di Mastella, di cui nessuno può affermare la natura ignota.