«Dopo gli effetti speciali del lockdown avellinese, modello anti-Covid-19 da esportare in tutto il mondo, è forse arrivato il momento di pensare alle cose serie, definendo provvedimenti che davvero possano sostenere concretamente il tessuto produttivo ed economico della città. Premessa l’autonomia tributaria che resta intatta – non ci sarà moratoria per legge delle tasse operata a livello centrale – spetterà, perciò, alle amministrazioni comunali decidere cosa fare, come sostenere le attività produttive, analizzando il contesto in cui si è chiamati a governare. Ci permettiamo di avanzare qualche spunto e qualche proposta indirizzati all’amministrazione comunale di Avellino. Si dovrebbe partire dal commercio. Dal 10 marzo e, per molte categorie di esercenti ancora oggi, si registra l’impossibilità di tenere aperti i propri esercizi. In particolare, bar e ristoranti sono sottoposti alla modalità di vendita da asporto e questo solo a partire dall’inizio della fase 2. I dehors, ovviamente, sono rimasti totalmente vuoti ed inutilizzabili. Il Comune dovrebbe venire incontro ai commercianti eliminando per tutto il 2020 il pagamento della Tosap per mancato utilizzo delle attrezzature poste su suolo pubblico ed in previsione dei mancati introiti che sicuramente si avranno anche quando si autorizzerà la ripresa delle vendite in modalità normale date le necessarie misure di distanziamento sociale che dovranno per forza di cose essere introdotte». E’ la posizione espressa dal gruppo consiliare “Laboratorio Avellino” presso il consiglio comunale del capoluogo, composto dai consiglieri Nicola Giordano e Carmine Montanile, e dal circolo Laboratorio Democratico del Pd di Avellino.
«A seguire – continua la nota – la vicenda Tari. Anche in questo caso per i commercianti andrebbe disposta la cancellazione della tassa rifiuti per il 2020 per inattività degli esercizi. Aggiungiamo che è stata disposta l’interruzione del servizio di ritiro degli ingombranti da parte di IrpiniAmbiente che, proprio per la contrazione delle attività, ha posto in cassa integrazione 120 operatori, registrando di fatto una riduzione dei propri costi. Un appello, questo, che vale per il Comune di Avellino ma che estendiamo al presidente della Provincia di Avellino perché uguale provvedimento si possa applicare all’intero territorio irpino».
«Va segnalata al riguardo – continuano ancora gli esponenti di Laboratorio Avellino e del circolo del Pd “Laboratorio Democratico” – la determina recente del presidente della Provincia di Avellino con cui si autorizza IrpiniAmbiente all’assunzione di nuovi operatori. Adesso, non vorremmo che i risparmi della società provinciale per la raccolta dei rifiuti, tra cassa integrazione e servizi tagliati, si traducessero in nuovi reclutamenti piuttosto che in un minor costo per i commercianti oggettivamente colpiti dall’emergenza Covid-19 in seguito alle chiusure degli esercizi stessi e alla contrazione dei consumi legata alla quarantena. Ci sembrano proposte di buon senso rispetto alle quali contrapporsi significa continuare a preferire le frivolezze all’essenziale».
«In questa fase – dichiarano i consiglieri comunali del gruppo Laboratorio Avellino, Nicola Giordano e Carmine Montanile – bisogna produrre ogni sforzo possibile per sostenere il tessuto economico e produttivo della nostra città, a cominciare dai commercianti che molto hanno patito e ancora patiscono le conseguenze dell’emergenza Covid-19. Attenuare la pressione fiscale rappresenta a nostro avviso un punto di partenza importante e sul quale non ci sono partigianerie che tengano. Siamo certi che il buonsenso prevarrà nell’interesse esclusivo di una categoria così importante come quella dei commercianti».