La sospensione dei lavori di abbattimento del palazzo ex Inps di Via Calandra. Sulla questione interviene la consigliera Delia Delli Carri che sulla questione aveva avanzato una interrogazione consiliare, soddisfatta dalla risposta “telematica” arrivata dall’Amministrazione nella giornata di ieri. “Apprendo dal comunicato ufficiale pubblicato sul sito del Comune di Benevento che il Sindaco Mastella “ritenendo che l’inizio dei lavori di abbattimento del Palazzo ex Inps di via Calandra sia in contrasto con la situazione emergenziale in atto, con propria ordinanza ha disposto la sospensione dei suddetti lavori al fine di salvaguardare la quiete e la salute pubblica e privata, oltre che la salubrità dell’area oggetto dell’intervento”. La cosa mi conforta. L’avvio dei lavori proprio di quella struttura nel periodo di Coronavirus quando tutto chiude e viene sospeso mi era apparso un paradosso. Ecco perché ho deciso di scrivere nuovamente a Sindaco e assessori per invitarli ad intervenire per evitare che si producessero danni non più riparabili e si consolidassero responsabilità personali. Non avendo potuto discutere la interrogazione da me presentata per comprensibili ragioni avevo la preoccupazione che con l’avanzamento lavori la verifica della legittimità della procedura di concessione della licenza nonché della convenzione edificatoria tra dirigente all’urbanistica e impresa, non venisse più realizzata. Ringrazio, quindi, il Sindaco e l’Assessore Romano per l’attenzione prestata sia alla mia interrogazione che alla nota di chiarimenti successiva. Un primo risultato è l’evidenza politica assunta dalla vicenda: il permesso di costruire concesso non è più la produzione di una elaborazione amministrativa di un Funzionario Comunale; l’intervento dei massimi rappresentanti politici comunali, competenti per la materia, amplia la platea dei responsabili e definisce la questione come precisa scelta politica dell’Amministrazione. Per tale ragione, per sentirmi soddisfatta dell’attenzione prestata, spero ci si impegni nei confronti della collettività su tre punti fondamentali della vicenda:
a) Benevento è una città in sofferenza, perché vessata da un grosso disagio abitativo accertato dall’Amministrazione in carica, ragion per cui può giovarsi delle procedure eccezionali della legge della Reg. Campania n.19 del 2009;
b) il permesso di costruzione è stato concesso per la realizzazione di un complesso immobiliare di volumetria pari a quella del fabbricato che si abbatte: la relazione dell’arch. Matarazzo, tecnico istruttore, e le stesse considerazioni dell’Assessore Romano, operano un inutile calcolo sulle potenziali cubature dell’area, laddove si sarebbe dovuta stabilire, con i criteri della stessa legge n.19, l’equivalenza delle superfici (ancor oggi possibile col raffronto dei volumi utili riportato nelle piantine catastali e non sulle rettifiche catastali da ultimo stranamente operate);
c) la indiscutibile legittimità di quell’articolato patto della convenzione del 27.12.2019 col quale, mediante un’incomprensibile regolazione dei rapporti si sortisce il risultato di rendere vendibile, sul mercato, quel trenta per cento di immobili vincolati ad edilizia sociale. Ho tratto una impressione di complessiva illegittimità su quanto si è elaborato dalla constatazione che la legge n.19 non prevede la possibilità di riutilizzazione a fini speculativi degli immobili vincolati da parte dell’attuatore e che, con la stessa legge, si stabilisce che il Comune beneficiario degli stessi li tenga per darli in locazione, e subordinatamente in vendita, a quegli stessi cittadini in stato di necessità”.