Parte il Mastella bis e si presume, ma non è certo, punterà dritto alla fine della consiliatura. E’ da ritenersi opportuno glissare sulle modalità con cui il sindaco ritrovato abbia inteso riapprocciarsi con la città, i messaggi o ciò che più vi si avvicina ed anche su quanto detto, che appartiene alla casistica tutta italica delle ragioni a senso unico e dei progetti per l’immediato, radioso futuro. L’impegno che lo attende è quello di fare pace con un buon numero di “arraffoni” senza i quali gli potrebbe risultare complicato scavallare i punti nevralgici che lo attendono, bilancio su tutti. E infatti, ancora una volta, Mastella si guarda bene dal fare nomi e cognomi limitandosi a lanciare il sasso e a nascondersi la mano a tal punto che la schiera dei “miscredenti”, dei “succhiaruote”, tutte parole sue si badi bene, pur sapendo di trattarsi di loro chiede al sindaco ritrovato di snocciolarli e di essere, in definitiva, chiaro e diretto. Un gioco delle parti in cui Lui, il sindaco ritrovato, ovviamente va a nozze: chissà che non si debba fare affidamento su quei bricconi per il futuro. Così come ha glissato sulle ragioni di una crisi che avrebbe provveduto a coronare se solo gli fossero andati bene alcuni passaggi che, purtroppo per lui, non si sono concretizzati. Avrebbe condotto la città a nuove elezioni pur sapendo che la città stessa di tutto avrebbe bisogno tranne che di essere catapultata in un clima elettorale convulso, da battaglia. Lo avrebbe fatto Mastella e si sarebbe ricandidato ed avrebbe vinto, se solo gli si fossero incastrate le caselle giuste, senza avversari. L’occasione era propizia, quasi irripetibile, ma si è accorto di non avere le famose truppe “mastellate” al seguito ed ha dovuto ripiegare. E tuttavia, quello che in questo momento sarebbe interessante comprendere, al di la delle “mastellate”, è se al di fuori del sindaco ci sia o meno qualcosa che si agiti. Avere scansato il fosso del voto anticipato, dovrebbe indurre tutti coloro che sono insorti contro patti scellerati e ammucchiate varie a farsi qualche domanda in più sulla loro presenza in vita, politica si intende. Sarebbe utile capire come vorranno nel PD organizzarsi nei prossimi 16 mesi, il tempo che intercorre alla scadenza della consiliatura, e se sapranno e vorranno, dopo il sussulto di orgoglio, interpretare con più energia il loro ruolo di opposizione contro Mastella, se tra gruppo consiliare e partito vi sarà maggiore comunicazione e se si supererà l’assioma decariano per cui “Mastella è la migliore opposizione a se stesso”. Se saprà il PD guardare oltre De Caro, ma qui entreremmo nel campo della metafisica e andremmo fuori tema. Sarebbe utile capire il ruolo di De Pierro, per esempio, ciò che vorrà fare o che gli permetteranno di fare, quello di Del Vecchio e se questi mesi che ci attendono saranno oppure no forieri di qualche novità. Così come dalle parti dell’associazionismo civico che tende a diventare politico. E’ bastato che Mastella si dimettesse per scaraventarli nel marasma e questo non è un buon viatico. In soldoni: Mastella sa di essere quello che è, magari leggerà con difficoltà i nuovi tempi ma è in possesso di armi di distrazione di massa ancora poderose e ha in mano gli strumenti mediatici per catalizzarle. Gli altri sono personaggi in cerca d’autore, presi singolarmente assai validi ma isolati. Soffrono di un notabilato che li esprime anche esso in difficoltà e più di tutto non costituiscono classe dirigente. Con queste prospettive un anno e mezzo sembra poco per invertire la rotta.