Se Masella si aspettava dalla venuta a Benevento del coordinatore della Lega Molteni qualche segnale in più per la sua probabile seconda vita a Palazzo Mosti sarà rimasto assai deluso. Può sempre riprovare con Salvini, che già gli ha fatto capire che non ci sarebbe “trippa per gatti”, ma si sarà persuaso che il ruolo che maggiormente gli si addice, quello di ago della bilancia, appare irrimediabilmente superato. A Benevento, all’Una Hotel, Nicola Molteni non ha affatto escluso l’unità del centrodestra, ha solo chiarito che è la linea della discontinuità quella che verrà seguita all’interno dello schieramento “moderato” o quanto meno in un centrodestra nel quale figuri anche la Lega. In sintesi è questa la cosa di maggiore interesse che fa seguito al sabato pomeriggio politico: la scelta del candidato sindaco, ora o l’anno prossimo, non sarà “mastellocentrica” ma supererà l’attuale leadership carismatica per aprirsi a nuove esperienze e un candidato che sappia mettere insieme e coagulare forze nuove e di natura programmatica e di natura meramente politica. In poche parole il legapensiero è questo: con Mastella mai e siccome siamo il partito di gran lunga di maggioranza relativa della coalizione la via politica esige rinnovamento e questo rinnovamento non passa da Mastella. Se ne farà una ragione anche Fratelli d’Italia del Sannio che con Mastella ha imbastito un dialogo, sia pure condizionato dalla valutazione complessiva del segretario nazionale Meloni che non appare molto diversa dalla linea leghista. La strategia meramente politica di Mastella di aggregare il centrodestra attorno alla sua persona sembra destinata a fallire. Se vorrà davvero essere parte di quello schieramento dovrà cedere il passo. Prima di farlo però Mastella vorrà giocarsi le chances agli altri tavoli aperti. Andare in direzione anche del “pactum sceleris” col PD decariano, ma da Corso Garibaldi ad Umberto sono già arrivati gli altolà ad una soluzione del genere e anche il Capataz, a cui nessuno crede quando dice di essere “atarassico” rispetto alle cose politiche della sua città, è orientato a declinare le avances pur ammettendo che i canali di dialogo con Mastella ci siano stati e forse restano aperti. E allora al sindaco dimissionario non resta molto da fare. Può sfruttare il disorientamento degli avversari ed andare a votare. D’altra parte ha già scompaginato Civico 22, franato quando le vicissitudini del momento lo hanno costretto ad accelerare i tempi, e lo stesso PD è impreparato. Il fronte civico potrebbe trovare in Erminia Mazzoni l’unica personalità in grado di affrontare Mastella e anche di batterlo e di motivi Erminia ne avrebbe a iosa per scendere in pista e dare battaglia. La seconda ipotesi è quella di trovare una tregua con gli “arraffoni” e tirare a campare un altro anno e mezzo fra inevitabili tira e molla e molti compromessi, una soluzione che il sindaco dimissionario non gradisce affatto ma che dovrebbe accettare. Un’intesa gli consentirebbe, per esempio, di avere in aula il numero legale per approvare il Preventivo con i pochi voti di chi non lo abbandonerà. Si tratta sempre di supposizioni ma un pò meno tali ad una settimana esatta dalle dimissioni e nel bel mezzo della palude, a quattordici giorni dallo scadere del tempo a disposizione.