Il nome di Erminia Mazzoni circola negli ambienti politici beneventani ma Umberto Del Basso De Caro prende le distanze da un suo coinvolgimento, come avevamo riportato nel pezzo di cronaca di ieri l’altro. Per il parlamentare dem la figura dell’ex segretario nazionale dell’Udc è di estremo lignaggio politico e rappresenterebbe una proposta di alto profilo ma smentisce che ci sia il suo contributo per la costruzione della candidatura. De Caro, per la verità, si chiama fuori completamente dall’attuale congerie politica. Ribadisce che non appare interessato a partecipare a nessun tipo di ragionamento in merito e che attende fiducioso che la coalizione esprima il candidato che lui stesso si impegnerà a sostenere. Una posizione già espressa in tempi non sospetti, farcita da considerazioni non proprio lusinghiere per la qualità dell’attuale classe dirigente beneventana ma in linea con il suo pensiero. Una scelta che sarà anche vera ma sulla quale non c’è da metterci la mano sul fuoco. Preconizza, l’avvocato, cosa potrebbe accadere già dal 3 di febbraio: una sorta di andata a Canossa dei consiglieri oggetto di vituperio da parte di Mastella timorosi di tornarsene a casa prima del tempo. E non sarebbe ipotesi estrema. Un documento pare che già circoli, latori Quarantiello e soci, e nel quale si chiederebbe al sindaco di non dimettersi. Non sarebbero parte di questa petizione i Cittadini di Mosè Principe che hanno declinato l’invito. “Non abbiamo chiesto noi al sindaco di dimettersi, la sua è una scelta “inaudita altera parte”, dice Principe. La situazione è davvero confusa. Oggi in giunta Mastella ha imposto l’accelerazione del varo di quei provvedimenti ancora sul tappeto e ribadito di salutare la compagnia. Domenica si dimetterà ma l’opinione che si va diffondendo è che non sia più tanto sicuro che il 22 ribadirà l’intenzione. I fedelissimi gli avrebbero fatto sapere che in caso di rottura non sarebbero più intenzionati a ricandidarsi e lui ci starebbe pensando su avendoli ancorati alla promessa di rimettersi in gioco. Insomma, la crisi del dubbio pare si sia impossessata del Ceppalonico. Potrebbe anche pensare ad un patto di fine consiliatura e ad un maxirimpasto per ripartire e poi puntare direttamente al 2021. Al momento il livore verso i suoi e la consapevolezza di trovare impreparato il fronte o i fronti avversari lo conducono verso un esito definitivo della crisi.