Gli “arraffa arraffa”, le fetenzie ed altre aggettivazioni assai poco lusinghiere per i rappresentanti del Consiglio comunale, così apostrofatri dal sindaco Mastella nella ormai famosa intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, non accennano a perdere di intensità presso i diretti interessati che insorgono. L’ultima, in ordine di irritazione, è Delia Delli Carri che già da parecchio ha preso le distanze da una maggioranza che definisce”Gigante”. Delia Delli Carri, espressione del mondo Caritas, legata da relazioni politiche e familiari ad Erminia Mazzoni, una delle prime “vittime” del sindaco, ad un anno esatto dall’insediamento nella carica di Vicesindaco. Delli Carri è latrice di una reprimenda durissima nei confronti del sindaco di Benevento Mastella.
“Mi sono detta all’inizio, errare è umano, ma c’è il ravvedimento. E ho atteso speranzosa per non alimentare un umiliante scambio giornalistico, convinta che ci sarebbe stato un “Scusate, non pensavo quello che dicevo” o anche “Scusate sapevo quello che dicevo ma ho sbagliato la sede in cui dirlo. Quindi i fatti penali li porterò in procura e quelli amministrativi in Consiglio”. Purtroppo la mia speranza è rimasta delusa. L’Amministrazione cittadina è stata portata ad un livello molto basso: accuse, calunnie, diffamazioni frammiste a esagerazioni e autoesaltazioni. Un quadro mortificante per tutti: sindaco, consiglieri, assessori. In questi ultimi due anni, per aver scelto di assumermi la responsabilità dei miei voti in consiglio e di non farmi imporre volontà da altri, sono stata emarginata e mortificata dalla maggioranza e mi sono rinchiusa nella mia Turris Eburnea, ma ho continuato a sollevare questioni e a lottare per Quanto era nelle mie possibilità come un Nano di fronte al Gigante Maggioranza. Nonostante tutto riponevo fiducia e speranze nel sindaco, ma oggi crolla definitivamente anche questo presidio. La sua è l’ammissione di incapacità di amministrare perché non in grado di essere guida per le sue truppe. Le sue parole sono legittimazione di consuetudini di una certa politica che non è la mia. Le sue provocazioni sono una minaccia per la stabilità della città non per chi come me preferisce vivere dignitosamente più che sopravvivere. Non si spara a zero contro tutti, calpestando vite, esperienze, storie personali. Non accetto questa generalizzazione gravissima e infamante. La politica pur nei limiti e nei fraintendimenti che la caratterizzano non era scesa mai così in basso e voglio urlare che non ci sto a queste condizioni di linciaggio mediatico. Da questo fondo è d’obbligo ripartire. Ma bisogna farlo in fretta, con idee e senza compromessi, nel rispetto della comunità che attende risposte. Personalmente, il mio percorso non si è mai arrestato, ho avviato un discorso che deve trovare conferme nel futuro prossimo, per il bene della collettività”.