Si dimette, non si dimette. E’ l’interrogativo di questi giorni a Palazzo Mosti. Cosa farà Mastella, getterà la spugna o si impegnerà a provare ad andare sino in fondo alla consiliatura? Ripete, a ritmo ormai quotidiano, che la via delle dimissioni non lo sconvolge affatto, che si è dimesso da ministro figuriamoci se gli fa specie farlo da sindaco, un modo assai poco elegante di trattare la città che che lo elesse preferendolo a Del Vecchio. Ora il Ceppalonico è in fase di attesa. Le elezioni di domenica in Emilia ci diranno moltissimo delle sue scelte future. Dovesse vincere il centrodestra non avrebbe problemi a fiutare l’aria che tira: chiuderebbe l’accordo in quella direzione per le regionali e in quel solco imposterebbe anche il discorso locale dimettendosi entro il 24 febbraio per andare alle urne in primavera. Si libererebbe dei ricatti di quanti ha fortemente favorito e pure di qualcuno dei suoi e di quanti già annunciano di non essere diasposti a votare il bilancio preventivo, pronto ad accusarli di avere provocato la crisi. Si assicurerebbe un vantaggio in termini di tempo sui presunti avversari, li costringerebbe ad una rincorsa affannosa. Come imposterà la sua campagna elettorale è poi altro discorso. Nell’ipotesi che dovesse vincere il centrosinistra in Emilia blinderebbe l’accordo già in essere con De Luca, benedetto da Zingaretti, e in chiave locale potrebbe anche trovare la sponda decariana che gli assicurerebbe quei voti in Consiglio che non ha più. Il prezzo da pagare sarebbe un rimpasto di giunta ma è poca cosa. E d’altra parte rispondendo ad Angela Diodato di Ntr 24 che gli chiedeva lumi sulla situazione di stallo persistente il Governatore non ha avuto problemi a “consigliare” al suo interlocutore di allargare la maggioranza e a tenere duro. Diciamocelo chiaro: nell’attesa che passi la visita di Mattarella e che Mastella prenda la decisione che riterrà più opportuna ci si arrovella in supposizioni più o meno fantasiose. E’ la “drole de guerre” di questa contingenza politica in cui nessuno sa che cosa verrà fuori e forse nemmeno Mastella ha le idee chiarissime.