Ormai non è più un arcano. Clemente Mastella ha deciso di dimettersi e lo farà subito dopo la venuta del Presidente della Repubblica Mattarella tra una settimana esatta. La crisi a Palazzo è ormai deflagrata e il sindaco ritiene di doversi sottrarre allo stillicidio cui le utlime vicende lo potrebbero condurre. Prima che mi affossiate voi sono io che vi anticipo, pensa Mastella, che ribadisce il suo proposito anche al cospetto di De Luca e la cosa non appare affatto fortuita.
Il Ceppalonico e il suo colpo di coda. C’era da attendersi che non si sarebbe fatto mettere nell’angolo e così è stato. D’altra parte non ha molte frecce in faretra. Gioca la carta della temerarietà e rovescia il banco. Si dimetterà entro il 24 febbraio e andrà a voto a fine maggio o inizi giugno. Mette gli avversari, o quelli che si presumono tali, nella condizione asasai scmoda di doversi affannare per comporre liste credibili mentre lui è già al lavoro e stamattina ha avuto una rinuione politica con l’inossidabile Parente. S’era anche sparsa la voce di dimissioni già da oggi ma la notizia è risultata destituita di fondanmento. Non si invertono però gli ordini dei fattori per cui il prodotto non cambia.
L’orso di Ceppaloni gioca su due tavoli e collega le due competizioni. Riprende i contatti col centrodestra, ma la Lega lo snobba, mantiene il rapporto vivo con De Luca con cui scambia occhiate di complicità abbastanza palesi. Anche il Governatore non è insensibile alle sirene mastelloniche e d’altra parte i voti non saranno 100mila ma neppure bazzecole. E per una competizione che si annuncia tiratissima i consensi di Mastella sono come il denaro, non puzzano. De Luca, d’altra parte, è molto chiaro. Vabbè la digressione sul rifiuto della politica politicante, ma senza quella non si vincono le elezioni, epperò la sua raccomandazione a Mastella a pensarci bene su e a non derogare è solare.
Segue Servizio