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Benevento| Il M5S attacca l’amministrazione: “Necessaria una svolta alla politica culturale della città”

Benevento| Il M5S attacca l’amministrazione: “Necessaria una svolta alla politica culturale della città”

19 Ottobre 2019 | by Alberto Tranfa
Benevento| Il M5S attacca l’amministrazione: “Necessaria una svolta alla politica culturale della città”
Politica
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Nuovo attacco delle consigliere pentastellate del Comune di Benevento, Marianna Farese e Anna Maria Mollica, all’amministrazione Mastella. Chiedono una svolta alla politica culturale della città. Ecco il testo integrale della nota

Claudio Abbado ebbe a dichiarare che “la cultura è un bene primario, come l’acqua, i teatri, le biblioteche ed i cinema sono tanti acquedotti”.
Alla luce di tale affermazione, che condividiamo pienamente, siamo costretti a constatare, questa volta metaforicamente, che a Benevento la cultura, come l’acqua, non è efficacemente alimentata dai propri acquedotti.
In una recente intervista, infatti, l’assessore alla cultura Rossella Del Prete ha dichiarato che “non abbiamo ancora capito come mettere a sistema non solo le varie energie, ma soprattutto la comunicazione del nostro Patrimonio”.
Il MoVimento 5 Stelle ricorda, in proposito, di aver denunciato più volte l’agonia inflitta dalla Giunta Mastella agli affreschi di Piazzetta Sabariani, ma anche a quelli, forse perduti, dell’antica Basilica di S. Bartolomeo in Piazza Orsini.
Ripetutamente siamo intervenuti, anche nell’ambito della Commissione consiliare competente, perché venisse valorizzato il monumento a Dante e a Manfredi di Piazza Bissolati, posto “in co del ponte” Vanvitelli, per il quale esiste un progetto di ripulitura del Comune fermo al lontano novembre 2018. Abbiamo proposto inoltre all’Ente di partecipare ad un bando, per accedere a fondi da destinare ad una rievocazione della Battaglia di Benevento del 1266, ma siamo rimansti inascoltati, al pari dell’altro invito che abbiamo rivolto all’assessore Del Prete, riguardante l’acquisizione al patrimonio della Biblioteca comunale di un consistente deposito librario, dismesso qualche anno fa dalla biblioteca Provinciale per ristrutturazione dei locali e abbandonato da anni presso Villa dei Papi. Nel corso di un’audizione nella Commissione Cultura, anch’essa inspiegabilmente ferma da circa un anno, avevamo chiesto, inoltre, all’assessore Del Prete un intervento decisivo per garantire una più idonea fruizione turistica della Chiesa di Santa Sofia, di proprietà della Provincia. Lei ci aveva assicurato il suo risolutivo intervento in tempi brevi, preannunciando la creazione di un Ufficio UNESCO comunale per la valorizzazione, ad oggi non ancora realizzata, del complesso di Santa Sofia, dichiarato patrimonio dell’Umanità nel lontano giugno 2011.
Da lungo tempo aspettiamo che si dia finalmente ascolto alla nostra richiesta di attivazione della “Conferenza degli Enti e degli Operatori Culturali”, prevista dall’art. 74 dello Statuto comunale, “che ha compiti consultivi per valorizzare e tutelare le risorse e i beni culturali della città, potenziare gli studi di storia locale e per il coordinamento degli interventi nel settore delle attività culturali in generale”.
Per garantire una vitale rigenerazione culturale alla città di Benevento, chiediamo quindi all’assessore Del Prete di portare a compimento quanto annunciato dal suo predecessore e collega di giunta, Oberdan Picucci: la convocazione degli Stati generali della Cultura e del Turismo.
Per ripensare infine il ruolo della Fondazione Città Spettacolo, il MoVimento 5 Stelle ha presentato, già in occasione della campagna per le ultime elezioni comunali, un articolato progetto per andare “oltre Città Spettacolo”, prevedendo un’autonomia della Fondazione Città Spettacolo dalla politica e l’adozione di un Distretto Culturale Turistico, strumento strategico già collaudato in altre realtà del nostro Paese, capace di mettere a sistema le varie risorse coinvolte, mediante un dialogo costante tra le filiere.
In conclusione, chiediamo una svolta alla politica culturale dell’Amministrazione Mastella, la quale dimostra una chiusura ermetica alla partecipazione, che non può limitarsi alla confusa inclusività della Settimana del Patrimonio Culturale.

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