La Lega, partito di maggioranza relativa nel Paese. In ambito territoriale un soggetto tutto ancora da organizzare ma già diviso in correnti, come nella migliore tradizione democristiana. E democristiani sono, infatti, parecchi dei suoi militanti, molti altri arrivano dalle ceneri di Alleanza Nazionale e dalla destra in generale. Un partito il cui coordinatore provinciale Ricciardi appare sempre più precario, dopo il rimescolamento regionale che ha messo ai margini Gianluca Cantalamessa; per cui anche la posizione di Luca Ricciardi appare critica. A chiedere che si faccia da parte l’ala che fa capo al Sottosegretario Castiello e che in loco è interpretata da Mosè Principe. E tuttavia, la sorte di Ricciardi è legata a ciò che ne sarà del Governo. Se si arriverà in tempi brevi ad elezioni anticipate è molto improbabile che si dia inizio a giri di valzer; se il Governo proseguirà la sua missione, ecco che potrebbero esserci avvicendamenti all’orizzonte. Si fa il nome del sindaco di San Martino Sannita Angelo Ciampi ma non mancano altri papabili. Del dinamismo interno al partito parla Claudio Cataudo, ieri l’unico leghista presente in aula alla Rocca, nel surreale Consiglio provinciale, privo dell’opposizione e con una maggioranza appena appena capace di garantire il numero legale, erano in sei compreso il presidente Di Maria. Cataudo c’era, Mucciacciaro no e questo ha generato qualche perplessità. Nessun rischio di spaccature interne, dice Cataudo, che sgombra il campo da polemiche.