Forza Italia come Godot. Un partito che si stenta a decifrare, con i vertici regionali e nazionali che hanno ormai dichiarato guerra a Clemente Mastella. Lo attaccano un giorno si e l’altro pure attraverso la scure di Fulvio Martusciello che, probabilmente, agisce in forma eterodiretta, quasi un incarico politico ben definito affidatogli direttamente da Arcore. Mastella, allergico alle affiliazioni di partito, a meno che il partito non sia il suo, marcia dritto verso l’intenzione di vendere al migliore offerente il suo gruzzolo di consensi e candidarsi, con la speranza di coronare la sua rincorsa verso il pieno riconoscimento delle proprie velleità. Per ora Mastella guarda a De Luca. Questo irrita Berlusconi ed ecco la ragione degli attacchi virulenti che si abbattono sul sindaco. D’altra parte il Ceppalonico sa assai bene che il partito, fatta eccezione per Ciccopiedi e per taluni del gruppo consiliare, è nelle sue disponibilità e come ebbe a dire a maggio non reputa peregrino che da qui a qualche mese si possa cacciar fuori dalla naftalina un soggetto come l’Udeur dentro il quale metterci la summa del suo impegno. Insomma, basta un rapido cambio di casacca e il gioco è fatto. E tuttavia, deve abbozzare. Chiudere i rapporti col centrodestra non è saggio, le condizioni possono variare nel giro di poco e quindi bisogna tenere i nervi saldi. Il vantaggio di Mastella è che naviga per mari, si procellosi ma a lui congeniali, a differenza degli altri non proprio a loro agio su questo tipo di terreno. E d’altra parte, un ventennio buono speso a muoversi sul filo del rasoio, fin che ha potuto, è un bagaglio formidabile che i ricorsi storici stanno riproponendo in modo sorprendente. E lui è ancora in pista mentre Forza Italia è sempre più somigliante a Godot.