Il regolamento congressuale adottato è nullo mancando l’approvazione della commissione regionale di garanzia, dunque le elezioni svolte per il segretario irpino del Pd sono da ritenersi inefficaci. In un colpo solo, la sentenza del giudice monocratico della seconda sezione civile del Tribunale di Avellino, Giuseppe Di Tullio, spegne ogni polemica, attacchi e accuse sull’attuale direttivo del Partito democratico, a cominciare da Giuseppe Di Guglielmo. L’uomo al quale più volte in questi giorni il neo sindaco Gianluca Festa, l’onorevole Umberto Del Basso De Caro e gli altri esponenti del partito contrari alle posizioni assunte in campagna elettorale da Via Tagliamento hanno inviato un avviso di sfratto. Stamane la pubblicazione del dispositivo della sentenza che mette, almeno al momento un punto fermo.
Con essa, il Tribunale di Avellino ha accolto il ricorso in merito ai risultati del Congresso Provinciale del Partito Democratico e alle procedure pre-congressuali, presentato da Michelangelo Ciarcia, nell’aprile del 2018 avversario per il ruolo di segretario dello stesso Di Guglielmo, poi eletto.
Nella sentenza il Tribunale dichiara la carenza di legittimazione passiva del Partito Democratico, accoglie la domanda proposta da Ciarcia e dichiara la nullità e l’inefficacia del regolamento per le elezioni del Segretario e dell’Assemblea Provinciale tenute nelle giornate del 22 e del 23 aprile 2018. Di fatto, quindi, Di Guglielmo non è più il Segretario Provinciale del Partito Democratico e lo stesso vale per Roberta Santaniello (eletta Presidente dell’Assemblea Provinciale) e per Gianni Romeo (tesoriere del partito dopo il Congresso del 2018).
