“Il risultato della lista “La sinistra” alle recenti elezioni europee è stato oggettivamente al di sotto di ogni aspettativa, tale da configurare una sconfitta politica senza precedenti: per la sinistra politica italiana è il risultato più negativo dal 2008 ad oggi”. Inizia così la nota del coordinamento provinciale di Avellino di SI che analizza il voto e fa autocritica: “Si è trattato della somma di diversi fattori, dall’assenza di un progetto politico nazionale riconoscibile, di cui il continuo cambiamento di simboli e nomi è conseguenza, insieme ad una progressiva perdita di riferimenti intorno ai quali ricostruire militanza e radicamento, ad una proposta messa in campo a pochi giorni dalla presentazione delle liste, dopo che erano venuti meno i tentativi di allargamento e coinvolgimento di altre personalità e soggetti politici della sinistra che si erano dichiarati intenzionati a partecipare alla costruzione di un progetto politico in vista delle elezioni europee. La composizione delle liste, al di là dello sforzo generoso di tanti candidati e candidate, non è apparsa in grado di rappresentare le esperienze di mobilitazione, politiche e sociali, che pure hanno attraversato il Paese in questi mesi. Non consideriamo, naturalmente, consolatorio, il fatto che in Provincia di Avellino il dato sia decisamente superiore alla media nazionale, pari a circa il 2,4, e nella città si attesti quasi al 3,5. Resta una condizione generale per cui la nostra proposta non è stata percepita come “utile” nemmeno a garantire una rappresentanza. Ha prevalso ancora una volta lo schema del voto “utile” che, in buona parte, si è riversato sul Pd. Ciò nonostante il Partito Democratico non riesce ad arginare l’avanzata di una destra estrema a trazione leghista che capitalizza la crisi del M5s, che dimezza i propri voti rispetto alle elezioni politiche. Da questa condizione non pensiamo si possa uscire evocando la prosecuzione, sic et simpliciter, dell’esperienza de “La sinistra”, né attraverso la celebrazione di un congresso di SI che burocraticamente proceda alla ridefinizione dei gruppi dirigenti. Riteniamo, invece, che Sinistra Italiana debba farsi carico di un’azione più incisiva e generosa , di innescare un processo davvero costituente della sinistra rinnovata ed utile di cui c’è bisogno. Non è il tempo di far prevalere logiche autoreferenziali di tutela di ristretti gruppi dirigenti ma serve un’apertura ed una chiamata all’assunzione di responsabilità da parte di personalità, soggetti politici, movimenti, realtà legate alle esperienza civiche di sinistra che nel Paese si sono realizzate, che a partire da un Manifesto raccolgano adesioni, partecipazione, protagonismo democratico. Un processo costituente per costruire un soggetto politico nuovo e unitario. Un soggetto politico che abbia chiara identità, che sia rinnovato nelle pratiche, in grado di rifuggire ogni logica pattizia e ogni proposito di procedere inseguendo sommatorie che, come l’esperienza insegna, riguardano solo ristretti pezzi di ceto politico e quasi mai di elettorato, che non abbia l’ossessione del posizionamento, che con laicità, e forte della propria autonomia, si relazioni con quanto accade nel campo progressista e democratico. I modi e le forme di questa Costituente della sinistra italiana possono essere molteplici . Noi indichiamo il percorso di una grande assemblea nazionale indetta da SI che indichi l’obiettivo, fissi il percorso, lanci un manifesto, chiamando a raccolta e chiedendo alla comunità politica di SI di mettersi a disposizione del processo che si apre. Non è tempo di passi indietro, è tempo di essere in campo per fare fino in fondo la propria parte. Ringraziamo, pertanto, il compagno Nicola Fratoianni per quanto fatto in questi anni per il nostro Partito, per la lealtà e la generosità con le quali ha condotto questa battaglia elettorale, ma gli chiediamo di continuare ad essere in prima linea per essere un riferimento importante e una risorsa spendibile per la sinistra e per l’area progressista di questo Paese: il suo contributo e il suo impegno sarà necessario e prezioso a partire dalle incombenze politiche che immediatamente ci attendono”.