Mastella superstar ieri alla conferenza stampa di ringraziamento di Molly Chiusolo. Come ti ribalto un oggettivo passaggio a vuoto, registrato nella città in cui è sindaco, con la candidata inchiodata a duemila preferenze, effettivamente poco per la vastità delle batterie schierate, in una catilinaria contro la classe dirigente stagnante di Forza Italia alla quale impone, in forza dei risultati ottenuti personalmente, pur senza essere candidato, le primarie e in generale una palingenesi interna che faccia strame di rendite precostituite all’ombra del nume tutelare Berlusconi. Mastella, che rigetta in nuce ogni ipotesi di processo alla sua leadership a Palazzo Mosti, che allunga le mani su Forza Italia attraverso la virata centrista? Non è da escludere. Gli attacchi ai criteri con cui la dirigenza regionale forzitaliota ha pensato la compliazione delle liste hanno già mostrato le distanza tra i Ceppalonici e il resto del partito che oggettivamente arranca sia a Napoli, sia a Benevento. Una operazione anche semplice, sempre che a Mastella interessi davvero prendersi il partito. Potrebbe però anche optare per la soluzione centrista, come va argomentando da qualche mese. Una compagine in stile Udeur che si offra come ago della bilancia per le Regionali in cambio di posizioni di spicco poggiando proprio sui numeri che il sindaco ha snocciolato ieri. E Mastella ha l’esperienza adatta per sapere dove andare a parare, è il suo giardino di casa. Ed allora porte aperte su PD, cui ricorda che la strada maestra è la convergenza al centro, ma anche a destra, con la Lega in ascesa Mastella non si preclude alcuna traiettoria possibile. Insomma, il Cappalonico non ha alcuna intenzione di rinunciare alla sua ultima sortita ed ha ragione. E Palazzo Mosti come un comitato elettorale permanente è come Parigi: val bene una messa.
