“La provincia sannita è da sempre poco considerata dalla regione Campania, ormai a palazzo Santa Lucia si ricordano di Benevento solo quando c’è da sversare i rifiuti di altri capoluoghi incapaci di effettuare una raccolta differenziata decente, oppure di facilitare affaristi non sempre coscienziosi,ma anche sfruttare risorse senza restituire il giusto compenso alle comunità, etc; per farla breve, da sempre siamo considerati una colonia da cui attingere o in cui gettare a seconda delle convenienze, complice il disinteresse o interesse alla bisogna di quasi tutti i politici sanniti.
Di problemi concreti ce ne sono tanti, dalla sicurezza, in particolar modo la carenza perenne di personale VV. FF. questione presa in carico da questo movimento nel 2017 e recentemente oggetto di interrogazione parlamentare – e relative note al Ministro degli Interni – dell’on. Brambilla, capo politico del partito, passando per quello dei rifiuti e finendo all’eolico selvaggio che da anni imperversa su tutto il territorio, dal Fortore e all’alto Sannio. In particolar modo, in questa parte di provincia tra Pontelandolfo, Morcone e San Lupo, in nome di una presunta difesa dell’ambiente si è finito per struggere quel che si voleva tutelare, è sufficiente passare sulla strada “Sannitica” per avere contezza di ciò che stiamo scrivendo. In un lasso di tempo relativamente breve sono spuntati come funghi dopo la pioggia un numero considerevole di pale eoliche, eppure non dovrebbe essere così semplice e rapido edificare in determinati zone con evidenti problematiche quali la costituzione geologica della zone, in questo carsica – ricordiamo che tale termina ‘indica l’attività chimica esercitata dall’acqua, soprattutto su rocce calcaree, sia di dissoluzione sia di precipitazione, che possono “frantumare” porzioni considerevoli di “pietra”– che pone dubbi sulla staticità degli impianti; di area di “particolare e rilevante interesse archeologico” e prova ne sono i numerosi ritrovamenti di manufatti di storia recente – opera idraulica del Ventennio – quanto antica come l’insediamento di Tholos su “toppo Polletta”; l’impatto ambientale dovuto ai lavori come disboscamento di importanti aree verdi, del tipo di materiale usato, etc, ma anche dei danni provocati dal passaggio dei mezzi pesanti con carichi abnormi che rendono le strade impraticabili provocando danni ingenti alle autovetture che quotidianamente le percorrono e limitando fortemente la libertà di movimento delle comunità. Questi sono solo alcuni dei punti interrogativi che ad oggi sono emersi, ci sono zone d’ombra su cui far luce per capire come sono stati gestiti i lavori, a partire dalle autorizzazioni concesse a livello locale fino ad arrivare a quelle regionali, cominciando dai comuni interessati, passando per tutti gli enti quali sovraintendenza, genio civile, etc, e finendo a chi materialmente ha eseguito i lavori, prossimamente procederemo mediante i nostri legali alle richieste d’accesso agli atti presso tutti gli uffici competenti per rendere cristalline alcune azioni che ad oggi risultano opache. Nota positiva della faccenda è l’interessamento concreto del Ministro Costa che speriamo presto di incontrare per altre problematiche relative al territorio a cui ribadiremo l’emergenza dei “parchi” eolici sanniti.”