L’unica candidatura a sindaco di Avellino semi ufficiale, che poi è un’autocandidatura, è quella di Gianluca Festa. Ma per le prossime elezioni al Comune del capoluogo irpino i pretendenti alla poltrona più importante di Palazzo di Città sono davvero tanti. Nello stesso Pd di cui fa parte l’ex vicesindaco, assessore e consigliere, prima in quota Verdi e poi Dem, non sono escluse le opzioni Enza Ambrosone e Ida Grella. E in area centrosinistra le quotazioni di Luca Cipriano appaiono in ascesa, nonostante l’inchiesta sull’ammanco di cassa del teatro Gesualdo ai tempi della sua presidenza del cda. Mentre il gruppo Si Può, Possibile, Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista si compattano, e i Popolari stanno alla finestra.
Su sponda centrodestra, invece, le candidature possibili, al momento, restano quella di Sabino Morano, coordinatore provinciale della Lega, e Giovanni D’Ercole, che ha dovuto rinunciarci all’ultimo lo scorso anno proprio in favore dell’amico presidente di Primavera Irpinia. Senza dimenticare Dino Preziosi. Il capogruppo uscente dell’opposizione, infatti, potrebbe aggregare uno schieramento misto in forma civica e tentare la scalata a Piazza del Popolo, forte di un’estesa ed eterogenea stima.
I riflettori, però, sono decisamente puntati sui 5 Stelle che sembrano essersi addirittura divisi in tre. Alla candidatura semi ufficiale dell’uscente Vincenzo Ciampi, ancora da confermare, infatti, si sono di recente unite quelle di attesa e confronto della professoressa Tiziana Guidi, già candidata nel 2013 e attivista della prima ora del movimento, e quella di rottura dell’ingegnere Vincenzo Evangelista, membro del Meetup da tempo scollegato ai vertici irpini pentastellati.
Del resto, nonostante le rassicurazioni di coesione e unità all’interno del gruppo, le divisioni ci sono. Prova ne è anche il rapporto sempre più conflittuale tra il sottosegretario Carlo Sibilia e la deputata Maria Pallini che continuano a viaggiare parallelamente.
Se adesso è ancora tempo di scaramucce, però, la decisione sul dissesto o meno del Comune segnerà il via libera alla vera campagna elettorale.