“La mia candidatura alla segreteria regionale è puramente di servizio”. Umberto Del Basso De Caro così interpreta, diplomaticamente, la sua decisione di aderire alla “quartina” che si contenderà la possibilità di guidare il Partito Democratico della Campania. In apparenza Umberto non sconfessa la sua impostazione di base ma in sostanza la sua non sembra essere affatto “pura coreografia” in virtù di interessi alti ed oggettivi per la salvezza del partito. Certo De Caro è animato da spirito di grande afflato politico e morale e il suo contributo, per la possanza e la caratura del personaggio, è certamente un quid in più rispetto al parterre dei concorrenti.
Ma da qui a competere da comprimario ce ne passa. Umberto non è comprimario di alcuno e per chi lo conosce anche poco non è difficile da immaginare. “Non ho nulla da chiedere in più alla politica e ho ricoperto cariche di assoluto prestigio in ambito locale e nazionale”, dice con la sua inconfondibile atarassia nei confronti di quanto lo circonda. Avrebbe voluto e potuto ampiamente ripercorrere le orme del nonno Raffaele che fu ministro ma l’idea che Umberto si rassegni ad uscire dalla scena che conta senza piazzare l’ultima stoccata vincente non è credibile. Sarà candidato e si batterà allo spasimo per ottenere quanto si è prefissato di ottenere, così come non è dato per scontato che mollerà la guida carismatica del PD locale senza prima avere dato fondo alle energie personali. Insomma De Caro è sempre li. Chi invece non c’era stamane a Corso Garibaldi era l’intera rappresentanza consiliare del partito fatta eccezione per la Varricchio. E anche da questo si evince l’attuale momento di transizione di un partito in lento movimento come, i cantieri stradali.