Sussurri e grida dal Palazzo. Il Consiglio comunale chiuderà i battenti assembleari ma la politica, quella dei caminetti e delle segrete stanze, vivrà il suo momento più intenso. Nei partiti è tempo di bilanci, in Forza Italia, partito che si dice sia del sindaco, si registra una certa turbolenza. Tra tutti, il personaggio di cui si parla di più è Vizzi Sguera. Per molti l’avvocato è in procinto di passare alla Lega ma come spesso accade certi epiloghi, più o meno dati per scontato, alla fine non si i realizzano. Vizzi non ha ancora deciso ma il borsino del suo prossimo approdo politico dà ora in ribasso l’opzione del Carroccio in versione nazionale. E tuttavia, per lui non sono giorni distesi. Sul suo capo aleggerebbe lo spettro del daspo dal gruppo consiliare forzista.
Nanni Russo e Capuano gli “sguericidi” che vorrebbero il suo scalpo e per poterlo ottenere avrebbero redatto, vergato, un documento di allontanamento dal gruppo consiliare. E se per i greci esisteva l’istituto dell’ostracismo, da ostrakon, la tavoletta d’argilla su cui ad Atene si scriveva il nome del cittadino inviso alla polis, per i consiglieri azzurri, fatta eccezione per Gigi Scarinzi che non vi avrebbe aderito, Vizzi è ormai diventato un impiastro da liquidare al più presto colpevole, almeno sembra, di avere manifestato al sindaco perplessità sul ruolo dei consiglieri. Che avesse avanzato sospetti sulla cupidigia di taluni e per questo posto all’indice? Può darsi. Certo è che se questa notizia è vera e sembra esserlo davvero, l’ultimo diaframma che impediva la frattura tra Vizzi Sguera e il suo partito pare sia caduto del tutto, anche perchè appare assai complicato pensare che la classe dirigente di Forza Italia possa non essere al corrente dell’operato di due suoi rappresentanti a Palazzo Mosti di cui uno anche capogruppo. Fine del sodalizio o coabitazione forzata? Non si sa. Quello che invece si può ipotizzare è che Sguera rimarrà al suo posto fino a quando l’ostracismo non sarà palese; poi trarrà le sue conclusioni.