I lunghi coltelli in Forza Italia rischiano di creare parecchie ripercussioni alla già traballante maggioranza di Mastella. Che di suo ci mette parecchio. L’intervista rilasciata a Repubblica non ha di certo lasciato indifferenti i suoi attuali interlocutori, che non saranno Fanfani o Moro o De Mita ma sono, purtutttavia, quelli che gli tocca sopportare, bene o male. Quelli che, in parte, ha contribuito lui stesso a portare in Consiglio comunale. Che in Forza Italia regni una certa insoddisfazione è fuori di discussione. E d’altra parte l’assenza del capogruppo Capuano l’altro giorno in Consiglio non è “sanza cagion”, così come l’astensione di Nanni Russo. Nel “suo” partito c’è dunque turbolenza. La turbolenza ha pure un nome ed un cognome: si tratta di Luigi Barone, coccolato da Mastella così come lo era da Umberto, e questo genera nervosismo. La questione ha riverbero sulle prossime provinciali e sta causando molto fastidio nel partito azzurro dal quale sembra prepararsi l’esodo verso altre sponde, magari leghiste, vedi Vizzi Sguera. Ma la cosa più forte è rappresentata dal cambio delega in via di preparazione per Luigi Ambrosone. Mastella si è reso conto che il rapporto tra il suo fedelissimo e il resto della compagnia rischia di creare parecchie crepe ed allora pensa di correre ai ripari. Ha il suo peso anche la questione dei dehors ma più di tutto una certa possanza del delfino forte del favore del Principe. Principe che però avrebbe deciso di ridimensionarlo. Capitolo Samte. L’idea di trasformarla in una SpA non sarebbe stata concenrtrata con il presidente Di Maria, sarebbe, come spesso accade, una fuga in avanti del sindaco, e questo ha destato qualche malpancismo alla Rocca dove l’attuale inquilino sa bene con chi si misura ma non ci sta a fare la parte dell’utile idiota di leniniana memoria. Un coacervo di tensioni che potrebbero esplodere come una pentola a pressione.