(alca) – Ad Avellino inizia il dopo Ciampi ed è tutta un’incognita. La sfiducia votata in assise da 23 consiglieri chiude l’esperienza pentastellata al governo di Palazzo di Città dopo appena 5 mesi. 150 giorni non facili per un’amministrazione che sin dall’inizio ha potuto contare solo su 5 elementi oltre il sindaco. Ma, allo stesso modo, un’amministrazione che non ha saputo tessere intese per poter portare avanti un progetto. L’ex primo cittadino ha lanciato, ma solo a parole, per poi tornare sempre indietro, nei fatti, quello che lui stesso aveva battezzato un governo di salute pubblica per la città. Risultando, peraltro, in tutto e per tutto dipendente dalla linea di quello che è stato il suo commissario politico a tutti gli effetti: il sottosegretario Carlo Sibilia.
Ora la parola passa al commissario prefettizio che presto sarà nominato e resterà in carica fino alle prossime elezioni di primavera. Al funzionario toccherà dirimere diverse questioni, a partire dall’ipotesi di dissesto proposta dalla giunta Ciampi. Una decisione che passa per lo stato economico e finanziario del Comune e, soprattutto, per la sua reale massa debitoria e la capacità di farne fronte. Se si dovesse optare per questa strada, coloro che hanno determinato il disastro contabile, e cioè la precedente maggioranza che sosteneva Foti, non potranno ricandidarsi. Ma la Corte dei Conti nel rilevare questi profili di responsabilità impiega anni.
Altre situazioni da portare avanti nell’immediato sono quelle relative ai progetti per i quali il Comune è già assegnatario di fondi. Subito, dunque, la programmazione degli eventi legati al Natale, e a seguire i Pics per l’integrazione urbana sostenibile. Senza dimenticare la scadenza sul tunnel e la consegna degli alloggi popolari ormai quasi pronti.
Intanto, sul fronte della prossima campagna elettorale già si muove qualcosa. Tra ritorni di fiamma e conferme agli avellinesi toccheranno 6 mesi ad alto tasso di scontro politico.