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Avellino| Consiglio comunale, finisce l’era Ciampi: in 23 votano per la sfiducia

Avellino| Consiglio comunale, finisce l’era Ciampi: in 23 votano per la sfiducia

24 Novembre 2018 | by Redazione Av
Avellino| Consiglio comunale, finisce l’era Ciampi: in 23 votano per la sfiducia
Politica
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(alca) – Al Comune di Avellino l’era Ciampi e dell’amministrazione 5 Stelle si chiude con il voto sulla mozione di sfiducia. Come annunciato nei giorni scorsi dai consiglieri che hanno firmato il documento, ai quali si sono aggiunti via via anche altri membri dell’assise, oggi l’atto è passato in aula senza registrare tentennamenti e passi indietro.
Nelle ultime 48 ore l’attività di mediazione è stata frenetica e le linee telefoniche di molti riferimenti politici sono diventate infuocate. Ma l’estremo tentativo messo in campo di far naufragare la fine della consiliatura non è servito a nulla. Così come non è servito l’appello della vigilia del primo cittadino per cercare di portare in assemblea prima la proposta di dissesto, chiudendo il cerchio sull’operazione verità sui conti dell’ente, e poi la sfiducia nei suoi confronti.
L’ultima carta, infine, Ciampi se l’è giocata nel suo intervento, quando ha ribadito il suo disaccordo sulla tempistica della mozione facendo leva sul fatto che gli avellinesi hanno il diritto di sapere da dove ricominciare, almeno contabilmente parlando. E indicando la procedura avviata dall’opposizione come una fuga dalle proprie responsabilità. Ma, chiudendo con un invito a ripensarci e, in caso di dissesto, condividere un percorso di dialogo e di gestione del governo cittadino.
Un discorso completamente diverso da quello apparso sul suo profilo di Facebook, ritirato e poi ripubblicato, dove attacca gli avversari politici e rivendica numerose cose fatte.
L’ennesima discrasia di un Ciampi dai due volti, quello che chiede collaborazione e quello che accusa a testa bassa, che anche stavolta non è passata inosservata all’aula ed è stata ripresa nelle dichiarazioni di molti consiglieri.
In due gli hanno chiesto di dimettersi, Laudonia, ex pentastellato ora nel gruppo misto, e Luongo, vicino all’ex deputato D’Agostino, e nei 20 giorni a disposizione per recedere cercare di costruire davvero un governo della città. Ma quello che pure a un certo punto è sembrato il colpo di scena che, a sorpresa, poteva cambiare i giochi, congelando la sfiducia, non è arrivato.
Tanti gli interventi appassionati susseguiti nelle oltre 6 ore di discussione, come quelli di Ambrosone e Petitto del Pd, Giordano e Pizza dei Popolari, Preziosi de “La svolta inizia da te” o Festa di “Davvero”. Nei quali, oltre al j’accuse indirizzato ad un sindaco senza autonomia, burattino fino all’ultimo nelle mani del sottosegretario Carlo Sibilia, suo commissario politico, sono stati evidenziati anche gli ultimi episodi incresciosi di una gestione non propriamente trasparente come quella che si è andati assicurando in campagna elettorale. Elargizione di incarichi istituzionali, l’ultimo, last minuts all’Acs sventato per una generale levata di scudi, qualche nomina tra Cirpus e Casa di Riposo Rubilli, ma anche di direttore artistico di eventi a parenti e affini degli assessori, insieme a una serie di azioni di certo non distanti da quelle clientele tante volte condannate dai 5 Stelle.
Alla fine la mozione di sfiducia è passata e Ciampi non è più il sindaco di Avellino. La consiliatura si chiude e si aprono le porte al commissariamento fino alla prossima primavera.

Così al voto:
23 i Favorevoli: Petitto, Nargi, Ambrosone, Montanile, La Verde, Capone, Gianluca Festa, Maggio, Negrone, Pizza, Nicola Giordano, Bilotta, Pericolo, Verrengia, Gaeta, Luongo, Iandolo, Fruncillo, Cipriano, Marietta Giordano, Leonardo Festa, Arace, Preziosi.
6 i Contrari: Ciampi, Aquino, D’Aliasi, Ridente, D’Alessandro, Iacovacci.
Astenuti: Percopo, Morano, Laudonia.

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