Sanità e rifiuti, spine dolentissime per la politica del Sannio. La fase contingente si orienta verso un ecumenismo che va al di la degli schieramenti e che si riassume nella volontà, specie dei sindaci, di sposare le lotte della cittadinanza come sta accadendo a Sant’Agata e Limatola. Una fase metapartitica che però pone interrogativi, quelli si di natura politica. La dicotomia ormai palese tra PD sannita e Regione a guida PD è ormai quasi insanabile. Al di la delle parolacce di De Luca e dei suoi appelli ai vescovi di farsi i fatti loro sono proprio gli interessi del territorio che separano le parti e davanti alla scelta che si pone innanzi i sindaci, che sono anche nomenklatura politica, non esitano un attimo a schierarsi.
Lo ha fatto anche Carmine Valentino che per mesi è stato fedele alla linea del partito e quindi alla regola sanitaria imposta dal piano di De Luca perorandone la estrema validità. Poi la folgorazione e la decisione di sconfessare quella strategia, a cinque mesi dal voto a Sant’Agata, con tutte le conseguenze che conosciamo. Ora però si presenta un nuovo bivio dinanzi al derelitto PD sannita. Qualcuno in sede di direzione ha posto la questione delle regionali del 2020 come punto di approdo politico. De Luca sarà il candidato. Il PD come si regolerà? Proverà a trovare un punto di convergenza e Mortraruolo pare stia lavorando proprio a questo, oppure aprirà la strada a forme spurie di accordicchi, non nuovi nella nostra storia recente?
Mastella candidato potrebbe creare qualche tentazione ma le sue velleità si infrangono contro quelle ben più robuste di Caldoro e allora picche. Un bel rompicapo di non facile soluzione.