Direzione provinciale del PD atto primo. Il secondo ci sarà lunedi prossimo. Una doppia fase a causa dei ritardi con cui sono iniziati i lavori e per via della gran messe di interventi che la contingenza politica ha imposto. Voci dissonanti che invocano un deciso cambio di passo, voci che però non determinano, almeno nell’immediato, una diversa traiettoria politica tale da ribaltare la leadership malconcia che attualmenmte regge il partito. Non era di certo questo l’habitat nel quale far emergere qualcosa di diverso, ma gli interventi hanno comunque denotato il malessere verso una direzione politica che appare in grandissimo affanno. Occorre costruire la proposta alternativa e questo va fatto abbattendo le tante cortine di diffidenza reciproca che pullulano nell’universo di coloro che non condividono la linea di De Caro. Che è apparso annoiato e falsamente defilato. Umberto è invece sempre più il perno del partito, benchè tenti di mascherarlo. Su di lui si sono abbattute le critiche della maggiorparte degli interventi, quasi tutti di miltanti provenienti dal PCI e non è un caso. Un partito cui necessita però interrompere la sequela di rovesci che da due anni si ripetono puntuali. Come fare? E’ la domanda dalle mille pistole. Valentino apre la direzione spendendo parole al miele per il comportamento elettorale di Damiano, che era nell’altra stanza e non ha inteso prendere parte al dibattito, brutto segnale, positivo oltre ogni aspettativa ma perdente e chiama tutti ad uscire dal cono d’mbra dell’ambiguità.