Prime dichiarazioni pubbliche del sindaco di Montesarchio Damiano all’indomani della sconfitta alle provinciali del 31 ottobre. Damiano, che ha raccolto il 43% dei consensi degli amministratori, parla della sua scelta di presentarsi a questa tornata elettorale.
La mia candidatura a Presidente della Provincia ha avuto come principale motivazione, su tutte le altre, quella di rappresentare l’esigenza di tanti amministratori e delle varie aree territoriali della nostra provincia, amministratori che come me quotidianamente affrontano i problemi delle rispettive comunità, di costruire un luogo di confronto tra i comuni per elaborare e condividere programmi e strategie di area vasta che purtroppo nella nostra provincia non abbondano. La Provincia, nell’attuale condizione costituzionale ed istituzionale, poco impegnata nella gestione delle residue competenze amministrative, credo possa svolgere, ancor più per i piccoli comuni , un ruolo di coordinamento. Mi auguro che ciò accada. Osservo invece preoccupato, fin dall’esito del risultato elettorale, il susseguirsi di dichiarazioni da parte di padrini che si sforzano di assegnare un significato partitico all’elezione del Presidente della Provincia. L’unica loro preoccupazione sembra essere quella di dover sottolineare di aver conquistato un seggio, di aver aggiunto una bandierina, da sommare alle altre, da poter spendere per ulteriori traguardi personali, ricordandosi solo oggi delle aree interne del Mezzogiorno.
Dobbiamo ringraziare un deputato democratico e studisoo come Fabrizio Barca che ha fatto assurgere tale problematica a livello nazionale, per la quale ha dato vita alla strategia nazionale delle Aree interne. Dobbiamo riconoscere l’impegno del Presidente De Luca che sostiene con la Regione il progetto delle aree interne, dell’Alta Irpinia e quello dell’area Titerno-Tammaro. Si assiste ancora ad enunciazioni, rivendicazioni, senza affrontare seriamente nel merito questioni collegate alla Provincia come istituzione e come territorio da rilanciare con programmi e progetti concreti di sviluppo. Credo che il ruolo di Benevento, al di là dei problemi che vive la città, ancora non appare chiaro, stenta ad emergere, in una fase di evoluzione dell’organizzazione territoriale che si svolge per aggregazioni di agglomerazioni urbane che danno vita ad una conformazione policentrica del territorio provinciale, come la Città Telesina, la Città Caudina e l’ Unione dei Comuni Colli Sanniti di cui fa parte Benevento. Benevento, quindi, rinunciando ad una funzione di capoluogo e di polo terzo rispetto agli altri, si aggrega solo con una parte di comuni sanniti. Vuole essere questo il suo ruolo?
Inoltre dovremmo porre urgente attenzione al ciclo dei rifiuti ed alla Società provinciale che versa in condizioni di estrema difficoltà. La nostra provincia, che per le buone pratiche dei servizi comunali sulla gestione dei rifiuti è prima in Campania per percentuali di raccolta differenziata vedi ad esempio le buone pratiche del mio comune, al 90 per cento, rischia di annullare tali risultati. Quello di Benevento è l’unico Ente d’Ambito tra i 7 in Campania che non procede alla nomina degli organi, nonostante la diffida della Regione, per cui probabilmente ci sarà commissariamento. Invito, a tal proposito il Presidente dell’EDA a scongiurare il commissariamento, chiudendo la procedura d’interpello per la nomina del direttore.
Per i tanti problemi che da tempo remoto affliggono la nostra provincia, fin quando avrò un ruolo di responsabilità, confermo il mio impegno a collaborare, insieme ai tanti amministratori comunali che credono nelle potenzialità dei nostri territori e sono impegnati ad elaborare progetti e programmi di sviluppo da condividere con i diversi livelli istituzionali, ad un’azione concreta di riscatto dei territori provinciali, sulla base della giusta interpretazione delle singole vocazioni territoriali, affermandole, esaltandole. Tutto ciò a prescindere dalle collocazioni politiche e di partito. Spero che la pratica degli slogan e dello scaricabarile cedano il posto ad azioni responsabili e di buona politica.
Non possiamo immaginare di essere amministratori seri e credibili che puntano allo sviluppo dei territori, se non ci rappresentiamo con validi programmi che tengono conto di una strategia comune e più ampia dei confini comunali.
Gli strumenti di programmazione e finanziari ci sono, recuperiamo la capacità progettuale. Se oggi registriamo carenze nei servizi essenziali alla persona e quelli alle imprese, dobbiamo interrogarci tutti su cosa abbiamo fatto nel tempo, ognuno per le proprie responsabilità. Distinguiamo l’azione politica collegata all’appartenenza partitica dalle attività di programmazione dello sviluppo territoriale che necessitano di un’ampia condivisione per essere rappresentative, competitive ed efficaci. Su questi temi e su queste azioni io ci sarò e con me, sono certo, tutti coloro che mi hanno sostenuto che ringrazio ancora.
Tralascio in questo momento un’analisi più dettagliata rispetto alle dinamiche elettorali che appartengono sempre più in maniera preoccupante a tentativi di opportunismo cieco più vicini alle miserie umane che ad altro. Il mio obiettivo e l’ho dichiarato era andare oltre i confini del mio partito che è il Pd, obiettivo centrato nonostante chi ha lavorato nottetempo a tessere operazioni losche che nulla hanno a che vedere con la mia idea di politica rispetto alle comunità che abbiamo l’onore di rappresentare e a cui tutti devono rispetto. Sono fiero di aver rappresentato le ragioni di 347 tra sindaci e amministratori locali, non mi stancherò mai di ringraziarli e garantirò sempre il mio impegno e le mie relazioni istituzionali.