Il Presidente della Regione Campania De Luca sempre più sugli scudi. Dopo la scorribanda telesina alla Festa dell’Unità ogni parola che profferisce il Governatore ha il sapor di un crescendo rossiniano di polemiche e di attacchi a quello che con sempre maggiore difficoltà si inquadra come il suo partito di appartenenza. De Luca pare ormai procedere per proprio conto e questo gli è possibile all’interno del deserto piddino in cui sembrano prevalere le faide claniche ai ragionamenti e al dibattito. Questa volta De Luca è andato a parare dalle parti dei campi rom che, a suo avviso, sono da sgomberare senza traccheggiamenti. “Sui campi rom è Salvini che è d’accordo con me visto che sono venti anni che io pratico questa linea. Credo che abbia appreso la mia lezione. Poi come tutti gli allievi sbaglia in alcuni punti, ma avremo modo di correggerlo”.
Ai cronisti che chiedevano un commento all’invito del segretario nazionale del Pd, Maurizio Martina, che aveva sollecitato a smetterla con le battute e a moderare i termini nei confronti di esponenti del partito, De Luca ha risposto: “Credo che si riferisse a qualcuno della sua segreteria che batte e batte male”. Insomma, che piaccia o meno De Luca è l’unico che nel PD, fino a quando riterrà di restarci o gli consentiranno di restare, prova a tenere alta la bandiera. Lo fa usando le stesse argomentazioni di Lega e parte del Movimento 5 Stelle e questo è assai opinabile. E tuttavia, la sua è una strategia sul lungo periodo che lo terrà ancora lontano dalla pensione e su questo ci sono pochissimi dubbi.