(alca) – Il consiglio comunale di Avellino boccia le linee programmatiche rivedute e corrette del sindaco Vincenzo Ciampi e a Palazzo di Città nasce ufficialmente il governo di minoranza, o di responsabilità, come lo definisce qualcuno, a guida 5 Stelle. In assise non mancano i colpi di scena, a partire dall’astensione di alcuni dei consiglieri che pure avevano integrato il programma del primo cittadino con un contributo di idee e l’indicazione di alcune priorità. Per Ines Fruncillo e Lazzaro Iandolo di Forza Italia è l’effetto “tirata d’orecchie” del coordinatore regionale Domenico De Siano che non ha gradito la convergenza programmatica con i pentastellati e ha costretto gli esponenti del partito azzurro nell’assemblea civica avellinese al più classico dei dietrofront. Discorso simile anche per Stefano Luogo, partito come un razzo nei giorni scorsi per promuovere le sue proposte per i giovani, ma evidentemente richiamato a posizioni più consone ad alleanze future, restando in ogni caso un’appendice d’agostiniana e quindi con uno spazio di manovra politica ben definito.
Confermano il loro appoggio, invece, i due esponenti della Lega, Damiano Genovese e Sabino Morano, che ufficializza il suo passaggio nel partito di Salvini, Adriana Percopo ed Ettore Iacovacci.
Dunque, facendo due conti, Ciampi in consiglio comunale potrà contare su 10 voti favorevoli, compreso il suo, contro i 23 che ne potranno bocciare ad ogni seduta qualunque provvedimento.
In molti ne chiedono le dimissioni, specie dopo che Nicola Giordano riporta pezzi di programma copiato a destra e a manca da quelli di altri comuni, Cagliari, Terracina, Latina, Santa Maria di Policastro e persino un paese in provincia di Genova. Insomma, dopo l’introduzione veronese sono usciti fuori altri copia incolla sulle varie tematiche portate all’attenzione dell’assise.
Il dato più importante, però, è un altro: i 45 giorni concessi a Ciampi dal Pd rispetto a chi era già pronto a presentare una mozione di sfiducia per mettere fine a questa consiliatura. Una questione di opportunità politica per partecipare con il proprio peso alle elezioni provinciali ma anche approvare il bilancio e l’azienda speciale consortile che dovrà gestire il Piano di zona sociale A4. In ogni caso le posizioni restano distanti e variegate e di certo anche il centrosinistra non si potrà più presentare alle elezioni con lo schieramento che lo ha contraddistinto alla scorsa tornata.