Via Traiano come la linea del Piave: non passa il dirigente. Luigi Ambrosone, di solito mite e rassicurante, questa volta proprio non ci sta e contesta le scelte operate “inaudita altera parte” da Maurizio Perlingieri, astro nascente della costellazione mastelliana, burocrate che in questo momento divicde con Alessandro Verdicchio il favore del sindaco.
Ma Luigi Ambrosone non è un quisque de populo in seno all’Amministrazione. Egli è più mastelliano di Mastella e sulla vexata quaestio del paventato spostamento degli uffici dell’assessorato alle Attività Produttive al Megaparcheggio pone il suo autorevole veto. Con Mastella ha avuto un conciliabolo nel quale ha ribadito l’indirizzo politico che vuole Via Traiano come fulcro del rilancio del commercio nel salotto buono della città ricevendo dal sindaco il sostegno dovuto. Nelle intenzioni di Perlingieri la razionalizzazione degli spazi, posizione condivisa da Ambrosone che si disse d’accordo con la delibera di giunta numero 26 del 15 febbraio 2018 ad accorpare tutti gli uffici comunali in una grande area adibita. Ambrosone però pose i paletti sugli uffici di propria competyenza a Via Traiano. Ma le intenzioni sono una cosa, la fattibilità un’altra e il disegno di Perlingieri si scontra con l’assoluta ineconomicità del progetto e la inesistenza degli spazi. ” Al sindaco ho posto anche altre questioni”, dice Ambrosone, e parla dello sportello del consolato russo e dell’idea Benessere Giovani strategici alla intenzione di restituire slancio al tentativo di ripresa commerciale di un’area specifica della città. Insomma, ad Ambrosone non è affatto piaciuto il dinamismo del Perlingieri che forse negli ultimi tempi ha ecceduto nella considerazione del proprio ruolo anche in relazione alla fiducia che in lui ripone lo stesso Mastella. Lui e Verdicchio rappresentano gli emergenti della burocrazia di Palazzo e spesso è lo stesso sindaco che ne autorizza slanci extraburocratici e molto più conformi ad atteggiamenti di contenuto e sostanza politica.