(alca) – «Hanno scelto di bloccare il programma della Giunta Ciampi realizzato in tempo record e con tanto di finanziamenti trovati con grandi difficoltà. Ecco chi è stato: Nello Pizza, Nicola Giordano, Modestino Verrengia, Lino Pericolo, Alberto Bilotta, Nadia Arace, Costantino Preziosi, Stefano Preziosi (che poi sarebbe La Verde). Ma noi non ci arrendiamo! Aiutiamo il commercio e preserviamo la nostra identità». Trasportati da una vela, sono in giro da questo pomeriggio per le strade di Avellino i manifesti 6×3 firmati Moviminto 5 Stelle, crediamo per un evidente refuso di stampa, che addebitano la mancata organizzazione dei concerti del Ferragosto al “no” degli 8 consiglieri che in assise si sono opposti alla procedura per la necessaria variazione di bilancio. Insomma, la gogna mediatica prima solo minacciata contro coloro che si erano “permessi” di dissentire e poi ritrattata dallo stesso sindaco, con tanto di scuse ufficiali anche nella conferenza dei capigruppo, è partita davvero. Forse a sorpresa un po’ per tutti i membri dell’amministrazione e dello stesso primo cittadino che nel pomeriggio è passato al quartier generale dei 5 Stelle, dopo che la notizia ha fatto il giro della città, incassando, su facebook commenti assolutamente negativi anche da parte di simpatizzanti e attivisti pentastellati. E registrando anche la dissociazione ufficiale, tra gli altri, da parte dell’assessore alla Cultura, Michela Mancusi.
Dopo le scuse ribadite in mattinata ai capigruppo, dunque, arrivano i 6×3 minacciati nell’ormai famoso post pubblicato a mezzanotte sul profilo del sindaco, poco dopo aver incassato il “no” dell’aula alla procedura avviata per spostare i fondi Poc sul Ferragosto. Un voto contrario passato per l’approvazione, da parte degli 8 “oppositori”, di una pregiudiziale motivata.
Evidentemente, mentre Ciampi a Palazzo di Città smorzava i toni di uno scontro politico violento e insieme ai capigruppo e al vice presidente del consiglio Ettore Iacovacci si cercava di ristabilire un clima di dialogo sereno, qualcun altro del Movimento 5 Stelle – leggi gli onorevoli Carlo Sibilia, Miche Gubitosa e Ugo Grassi (così come riporta il comunicato stampa successivo) – affidava ad una tipografia di Contrada Santissimo ad Atripalda la realizzazione e la diffusione, mediante apposito veicolo, dei suddetti manifesti denigratori e accusatori. La vela, secondo i bene informati, sarebbe stata fittata per 3 giorni, mentre la spesa complessiva si aggirerebbe intorno ai 400 euro.
Intanto, i magnifici 8 valutano il da farsi. Un confronto al loro interno si sta svolgendo presso lo studio dell’avvocato Pizza e pare siano stati cristallizzati tutti i termini di una denuncia penale da presentare alla Procura della Repubblica. Mentre con il prefetto Maria Tirone l’appuntamento per parlare dell’increscioso episodio è fissato per il 20 agosto.
Nel frattempo i cittadini attraverso i social hanno già dato stroncato questo “coup de théatre” dei parlamentari pentastellati. E con loro tanti addetti ai lavori appartenenti alle formazioni politiche più svariate. C’è chi l’ha definito vergognoso, chi un atto da principio di dittatura e chi, invece, un modo per accelerare la caduta di un’amministrazione comunale che non è mai decollata e con i numeri sui quali può contare in aula non andrà lontano. Una sorta, dunque, di implosione comandata. Del resto smentire il proprio sindaco e ridicolizzarlo di fronte ai suoi interlocutori, alla stampa e all’opinione pubblica, per poi farlo rientrare dalla finestra attraverso una nota senza senso non può che seguire una strategia precisa. Altrimenti ci troveremmo semplicemente di fronte ad un atto folle e sconsiderato che nulla ha a che fare con la tanto decantata democrazia partecipata, manifesto perenne dei 5 Stelle.