Prima della cerimonia, intanto, lo stesso Ciampi su facebook aveva pubblicato un post, evidentemente con l’intenzione di fare chiarezza sulle sue scelte per la giunta, dopo la polemica sollevata dal cosiddetto “Fronte del Cambiamento”. Il suo intervento, però, ha finito con l’allargare ancor più lo strappo, specie con Sabino Marino e Luca Cipriano.
“Subito dopo la vittoria al ballottaggio del 24 giugno – scrive la fascia tricolore – la prima cosa che ho affermato e dichiarato pubblicamente, è stata che la Giunta era prerogativa del Sindaco, in quanto organo di collaborazione del primo cittadino. Ho aperto alle altre forze politiche ma per dare vita ad un governo di salute pubblica, in cui confluissero idee e linee programmatiche comuni. Le intese richieste erano, e sono, sul programma, mai sui nomi. Ringrazio tutti coloro che lo hanno fatto e che, se vorranno, continueranno a farlo. Vogliamo governare nell’esclusivo interesse della città, mantenendo ben salda, però, la nostra autonomia.
Non ci interessa la spartizione di poltrone, la nostra cartina di tornasole è la competenza, il merito. Pertanto, ritengo di essere
sempre stato coerente e lineare…”.
Peccato, però, che Ciampi questa volontà non l’abbia esplicitata con la stessa forza prima di incassare i voti annunciati dal centrodestra, da “Mai Più” e da “La Svolta comincia da te”. Allora sì, sarebbe stato corretto e coerente fino in fondo, non alimentando vane aspirazioni.
Ma ora il problema è un altro ed è tutto nei numeri: 9 assessori con soli 5 consiglieri equivale a un rapporto assolutamente sbilanciato. E di questo Ciampi se ne accorgerà presto, quando in assise si dovranno votare i suoi provvedimenti. Del resto il sindaco non deve dimenticare di aver vinto il ballottaggio e non le elezioni del 10 giugno.