Ciccopiedi, Mauro, Russi. Il “triumvirato”, partorito dalla direzione regionale di Forza Italia e benedetto da Arcore, condicio sine qua non di ogni azione che si addice ad un partito ancora leaderistico, muove i primi passi. Ieri una riunione per comprendere il vasto da farsi in vista della riorganizzazione del partito che sin qui resta all’enunciato, benchè il dado della ripartenza è tratto. Via la vecchia classe dirigente, compromessa col degirolamismo, e dentro figure nuove o seminuove e comunque non legate all’ancien regime.
Un berlusconiano di ferro, un mastelliano inossidabile, e il Lepido della situazione, quel Domenico Mauro che è l’unico a sopravvivere alla vecchia guardia di cui non era però parte integrante. Prima prova da affrontare è quella del dialogo da imbastire col gruppo consiliare che lamenta una certa emarginazione dalle scelte operate. Qualcuno mastica amaro e medita di fare scelte diverse, vedi Nanni Russo.
In sostanza, rileva il Triumvirato, si tratta di decisioni che non hanno previsto il coinvolgimento della base di cui si chiederà il parere quando si tratterà di procedere verso una ristrutturazione più approfondita dei Forza Italia. Cosa plausibile sempre che la questione non riguardi un partito a stampo padronale. E allora è lecito ipotizzare anche che non vi saranno congressi ma che le decisioni continuaranno ad essere prese nella maniera che conosciamo.