La reazione del candidato sindaco del centrosinistra, Nello Pizza, rispetto all’ufficializzazione del fronte che sosterrà al ballottaggio il suo avversario, il candidato del Movimento 5 Stelle Vincenzo Ciampi, non si è fatta attendere. Pizza parte dal rifiuto del confronto pubblico a due e poi analizza il nuovo elemento che s’inserisce nel dibattito politico cittadino alla vigilia del ballottaggio. Ecco il suo post pubblicato su Facebook a cui affida le sue considerazioni.
Caro Vincenzo,
non avevo dubbi, hai rifiutato il confronto. Senza gobbo e senza ventriloqui, capisco la tua difficoltà. Per certi versi non mi va di infierire. Qualche puntualizzazione la voglio, però, fare. Innanzitutto sul metodo.
Vedi, Vincenzo, io non ho voluto fare i confronti al primo turno, perché si sarebbero svolti dentro un contesto più articolato: otto candidati a sindaco, le liste, una maggiore diversificazione di posizioni. Ne abbiamo fatti tantissimi invitati da associazioni, da comitati. Ognuno ha avuto modo di esporre le proprie idee, le proprie proposte. Ma al ballottaggio no, al ballottaggio è diverso: ci sono solo i due sfidanti. E basta. Caro Vincenzo, nel confronto che avevo in mente io non avrei avuto i padrini per i quali mi pare tu abbia una specie di ossessione e tu non avresti avuto i tuoi “impavidi” parlamentari. Questo era il senso del confronto che hai rifiutato.
Detto questo, visto che non vuoi farlo tu, sento forte la necessità di scusarmi a nome tuo. Con la città, con gli avellinesi. Non puoi continuare ad offenderli come hai fatto per tutta la campagna elettorale e come stai facendo ancora in queste ore nel bieco e puerile tentativo di aizzare una parte evidentemente residuale degli elettori.
Vedi Vincenzo, non puoi dire, come pure ti fanno dire, che il 24 giugno ci sarà il giudizio universale a cinque stelle che dividerà la città tra buoni e cattivi, tra onesti e disonesti, tra conservatori e rivoluzionari, tra parassiti e produttivi. Perché è questo che dici (o che ti fanno dire).
Vedi Vincenzo, mi auguro che tu prenderai le distanze da questo pastrocchio che gli altri candidati sindaco ti stanno allestendo. Mi hai crocifisso per l’accozzaglia sporca e selvaggia, ricordi? E oggi quest’ammucchiata cialtrona come la definiresti? L’esercito della santa alleanza? Io sono certo che per la coerenza che da sempre contraddistingue il tuo partito – voi siete quelli del “mai alleanze con chi ha mangiato nel vecchio sistema” – tu non accetterai sostegni straccioni. Anche perché tu lo sai, si tratta di un sostegno non certo dato a titolo gratuito…
Mi rivolgo agli avellinesi adesso: ditelo a chiare lettere a questi rivoluzionari d’accatto che anche voi come tutti avete fatto i sacrifici per costruirvi le vostre esistenze, per dare un indirizzo ai vostri percorsi professionali, per tirare su i vostri figli, per fare la vita che fate. Come me, come tutti.
Spezzate questa loro convinzione di comunità asservita, dedita al clientelismo più spinto. Ditelo al vicino di casa, al vostro amico che, magari abbagliato da questo nuovismo pieno di vuoto, sarebbe intenzionato a votare per loro.
Ditelo ai vostri parenti che per il M5S gli avellinesi si lasciano abbindolare da promesse, amano praticare il voto di scambio, sono facili prede del ricatto. Indignatevi come mi sono indignato io e comunicatelo questo sdegno. Vi dipingono come parassiti. E questo è inaccettabile.
E’ una rappresentazione folcloristica che rifiuto. E’ una visione ignobile di chi chiede il voto ma in fondo disprezza la democrazia, di chi chiede il voto ma in realtà non crede che i cittadini siano degni di votare. E’ l’ipocrisia del moralismo, è la rabbia della frustrazione che vuole andare al potere per poter separare i fedeli dagli infedeli.
Sul resto, caro Vincenzo, sul governo eterodiretto, sulle presenze che tu ritieni asfissianti e su tutta questa mitologia ridicola che vai raccontando a mo’ di nenia da 45 giorni, non ho nulla da aggiungere. Mi dispiace che ti facciano dire queste cose e che tu le ripeta per poi dovertene scusare in privato.
So che sei una brava persona e che sei capitato nel posto sbagliato. Ma per fare il sindaco di Avellino bisogna amare gli avellinesi. E non disprezzarli. Amarli come li amo io.