“Il Partito Democratico ha svolto nelle giornate di domenica e lunedì il tanto atteso e richiesto congresso provinciale; grazie alla pazienza di iscritti, militanti e segretari di circolo, circa 3000 persone hanno manifestato la forte volontà di partecipare con coerenza ad un percorso di rigenerazione territoriale indicato dal partito nazionale, nonostante autorevoli rappresentanti istituzionali invitassero caldamente e suggerissero insistentemente a tanti liberi iscritti di non esercitare il proprio diritto a scegliere. Di fronte al risultato elettorale emerso corre l’obbligo di fare chiarezza per evitare che ricostruzioni faziose e prive di riscontri concreti inquinino la serietà e la trasparenza del percorso svolto”.
Lo scrivono in una nota i componenti delle liste a supporto del segretario provinciale Giuseppe Di Guglielmo che spiegano: “Il primo accento va posto sulla interpretazione dei numeri espressi nei congressi di circolo e i numeri vanno comparati e contestualizzati. Comparati, per stare ai numeri, alla convenzione nazionale di aprile 2017, quando sono stati eletti i delegati nazionali. In quella fase, pur non essendoci stati appelli alla non partecipazione, solo 3800 iscritti (su circa 7000) hanno votato. Inoltre, l’ultimo dato con il quale è opportuno fare una comparazione riguarda i congressi di circoli svoltisi nel gennaio 2018, in piena fase commissariale. Qualche mese fa, su una platea di circa 13000 iscritti (2016/17), hanno votato circa 3300 iscritti. Infine, questi dati vanno contestualizzati alla fase politica che stiamo vivendo. Nostro malgrado, non viviamo più nella stagione del 40% delle europee (dove anche in quel caso 1 italiano su 2 non si era recato alle urne). Siamo al “post 4 marzo”, in una fase che ha provocato un cambiamento epocale le cui conseguenze obbligano chiunque a non sottrarsi: è finito il tempo in cui dal partito si prende, oggi abbiamo il dovere di restituire credibilità e serietà al progetto. Troppo comodo dire: “io non c’entro, non sono d’accordo, non mi riguarda”. Inutile, quindi oggi puntare l’indice di accusa e dedicarsi alla pratica dell’avvelenamento dei pozzi per poi lamentarsi che l’acqua non sia potabile. Il partito nazionale, pur non avendone la necessità, ha messo nero su bianco la costruzione di un tavolo d’intenti e di metodi affinché tutti, nessuno escluso, si possa sentire rappresentato nelle future scelte per la città”.