Se per Garcia Lorca erano le cinque del pomeriggio, per il PD sono state le quattro del mattino. A quell’ora il conclave democratico si è sciolto dopo quasi sei ore di conciliaboli ed ha approvato le liste per le Politiche del 4 marzo. E’ stata una nottata terribile per il partito democratico. La minoranza orlandiana si è sfilata e non ha partecipato al voto e questo da l’esatta misura del clima torrido che si è respirato al Nazareno al punto da indurre Matteo Renzi a sostenere che si sia trattato di una delle esperienze più devastanti che mai abbia vissuto.
Per il Sannio, alla fine De Caro, Valentino e Giulia Abbate, non c’è Antonio Iavarone, il tris sannita che sortisce dalla lunga notte della direzione nazionale del PD. Umberto Del Basso De Caro capolista alla Camera nel Campania 2 Benevento Avellino, Carmine Valentino nel collegio uninominale alla Camera, Giulia Abbate in quello uninominale al Senato nel quale figura anche Gioacchino Alfano, il sottosegretario alla Difesa e uomo di punta di Civica Popolare. Renzi, alla fine, ha premiato il Sannio inserendo anche Giulia Abbate il cui nome era stato ventilato addirittura come alter ego di Carmine Valentino e fortemente caldeggiato dal Governatore De Luca e dai vertici romani del partito. De Caro ha tessuto in modo eccellente le sue tele e alla fine ha mantenuto l’impegno preso col suo segretario di federazione. Un tris che aumenta la rappresentatività del Sannio, poi sta a vedere come andrà l’esito delle elezioni, e per certi aspetti permette al Sottosegretario di aumentare il suo prestigio all’interno del partito sannita anche se deve accogliere anche l’inserimento dell’Abbate, proverbialmente al di fuori dell’orbita decariana.