Le parole della Delli Carri e la questione della sostituzione senza delega nelle sedute di commissione si allarga a macchia d’olio. Il presidente del consiglio comunale De Minico esprime biasimo e convocherà a breve una riunione dei capigruppo per fare chiarezza. Una presa di posizione che però non dissipa i dubbi e le incertezze per una “libera interpretazione” del regolamento che pare vari da commissione a commissione. Oppure no?
Delia Delli Carri aveva annunciato di volere rendere noto alla cittadinanza usi e costumi interni alla commissione di cui fa parte e nella quale le surroghe non sarebbero state corredate da deleghe ne scritte e neppure orali, come invece tiene a sottolineare che debba essere lo stesso De Minico. Sembrerebbe una faccenda tutta interna alla commissione Attività Produttive di cui è presidente Domenico Franzese che attacca De Minico in modo frontale. “Visto che il presidente del Consiglio Comunale Luigi De Minico ha dichiarato che le commissioni congiunte possono essere convocate soltanto da lui, mi chiedo allora: tutte le commissioni consiliari congiunte svoltesi in questi mesi e sono numerose sono da annullare? Tutti gli atti prodotti in quelle sedi sono da ritirare e da ritenersi privi di effetto? Come mai il presidente del Consiglio Comunale si accorge soltanto ora di tutto ciò?
Come mai non ha adempiuto correttamente al proprio ruolo istituzionale in tutti questi mesi?”. Franzese ,che di farsi da parte non ha alcuna intenzione, rischia di aprire un vero e proprio caso politico dalle conseguenze incalcolabili. Che sia insoddisfatto dalle recenti evoluzioni a Palazzo Mosti è cosa nota. Ora con Delia Delli Carri si fa interprete di quel sentimento di aspra polemica verso il resto della maggioranza dando la stura ad una questione che potrebbe davvero creare parecchi problemi alla maggioranza e di conseguenza anche all’Amministrazione. A suo avviso il fatto che solo ora ci si accorga di come funzionino le cose all’interno delle commissioni è pretestuoso e De Minico, che solo ora ne prende coscienza, avrebbe delle responsabilità enormi. “In realtà, prosegue Franzese, pare che il regolamento voglia essere interpretato ed applicato in modo strumentale soltanto per creare ostacoli ad alcuni consiglieri. Sembra che si vogliano tirare fuori, a secondo della convenienza, questioni di forma per delegittimare o mettere i bastoni fra le ruote a chi invece cerca di lavorare e produrre azioni amministrative nell’interesse della Città”. Franzese ci va giù duro. Difende la volontà di avere indetto commissioni congiunte col fatto di accelerare i tempi di realizzazione dei progetti in cantiere e non certo per lucrare sui gettoni di presenza. “Fino ad oggi ho lavorato in sordina, d’ora in avanti, visto che secondo il presidente De Minico non sarebbe possibile convocare le commissioni congiunte e viste le strumentalizzazioni e la scarsa trasparenza di alcuni, terrò informati sempre di più i cittadini, a mezzo stampa, su tutte queste vicende amministrative perché è sempre a loro che dobbiamo rispondere. Ricopro la carica di consigliere comunale perché sono stati i cittadini ad eleggermi, è a loro che faccio capo visto che non mi ritrovo a Palazzo Mosti per grazia ricevuta da qualcuno né mi trovo in maggioranza per salti della quaglia”. Resta, però inevaso, il problema delle sostituzioni per raggiungere il numero legale senza deleghe che ne attestino la validità. Una pratica tollerata? Un tacito accordo extraregolamentare? L’interrogativo di Franzese e cioè se gli atti licenziati in base a queste procedure siano validi è, forse, il vero paradigma di questa vicenda.