La scena politica beneventana non smette di riservare spunti interessanti di riflessione. Il cosiddetto asse tra AP ed Udc, in attesa degli sviluppi prossimi venturi che potrebbero condurre ad un mutato quadro politico all’interno di quei partiti e decretarne anche la possibile trasformazione. Mastella pensa ad una riedizione dell’Udeur che raccolga i reduci di quel Campanile che fu basando il programma sull’esigenza di una giustizia giusta. Intanto prepara la campagna elettorale per il figlio e con Forza Italia vettore dell’operazione. Ragione per cui è prevedibile che lavori per un monocolore consiliare su cui far convergere i consensi e nel quale non sarà possibile propendere per opzioni diverse. Lancia messaggi assai chiari il sindaco: ai tre appisti, aggettivo che ora comincia a diventare aleatorio, consiglia il distacco da Ap e la formazione di un gruppo autonomo ma di stretta osservanza mastelliana; una soluzione che, per assurdo, potrebbe stare bene anche a Luigi Barone in cerca di sponde che lo affranchino da Mastella. Per Puzio, Franzese e la Russo un rischio di omologazione assai grosso e di conseguenza lo scivolamento verso la irrilevanza politica. Con Picucci, assessore alla Cultura, il rischio di assistere ad una nuova edizione di quanto già visto in passato con Erminia Mazzoni è presente e Mastella non lo nasconde.
