Il momento politico a Benevento è topico. Le paventate dimissioni di Mastella che però sono rimaste nell’alveo della pura astrazione teorica, sebbene specchio di un malessere assai palese e che forse non è del tutto collegato all’avviso di garanzia pervenutogli mercoledi, restituiscono la misura dello stato magmatico di quel sottobosco politico che ora è protagonista assoluto della scena. E’ il regno degli sherpa che proprio in questo momento vivono la loro stagione di estremo lavoro. Tra questi spicca Claudio Mosè Principe la cui attività di raccordo e di intermediazione diventa basilare per gettare le basi per nuove alleanze e nuovi equilibri politici. Mosè ha puntato su AP, vuole che diventi la quarta sponda per Mastella, che si costituisca in un nuovo soggetto che garantisca la tranquillità giusta al sindaco strattonato a destra e a manca dagli appetiti voraci dei suoi. Ovvio che AP smette d’essere una forza di opposizione per diventare organica alla nuova situazione. A farne parte potrebbero essere elementi dell’opposizione vedi Scarinzi ma vieppiù della maggioranza, i vari Puzio, le due Russo, Annarita ed Angela. Ad uscirne è certamente Vincenzo Sguera la cui unica destinazione sembrerebbe essere Forza Italia. Principe fa quello che gli riesce meglio. Avrebbe anche tentato la sortita con Amina Ingaldi ma senza, per ora, ottenere alcun risultato. La Ingaldi incarna uno degli errori più macroscopici del duo di Ceppaloni, una mossa completamente sbagliata. L’ex assessore è portatrice di un gruzzolo di voti e di gente con un certo consenso farebbe comodo al sindaco nella sua strategia di candidatura del figlio Pellegrino. Per la cui riuscita è basilare l’accordo con Forza Italia non ancora ratificato. Ecco che allora AP, in chiave più ampia, potrebbe anche costituire un’alternativa a Forza Italia anche perchè lo stesso Principe è il regista delle candidature, ruolo per il quale è stato cooptato dallo stesso Gioacchino Alfano. E tuttavia, tutto questo ha un prezzo per Mastella e il prezzo potrebbe essere costituito da qualche assessorato da assegnare alla nuova formazione compreso il discorso in merito alla vicesindacatura. In definitiva; Mastella è vittima della sua stessa natura per cui chiunque lo avvicini, prima o poi, è irretito dalla irrefrenabile voglia di chiedergli qualcosa in cambio. Egli ci ha costruito un’intera carriera, è il suo vero marchio di fabbrica. Ciò non toglie che la cosa presenti i suoi inconvenienti e quando va in tilt il meccanismo rischia di andare in fibrillazione l’intero apparato.