Oggi sarebbe dovuta terminare la grande attesa per la sentenza del processo Udeur. Invece, non se ne farà nulla. Lo sciopero dei penalisti del Tribunale di Napoli indetto fino al 14 luglio, di fatto, rimanda al 12 settembre l’intera questione e pure la soluzione dell’enigma della vicesindacatura che, tuttavia, non rappresenta un elemento di pressione per Mastella. Semmai lo è per coloro che intendono coltivare velleità per un ruolo di certo prestigioso ma che non avrà, forse, connotazioni di carattere politico. Tutti protesi a rivendicare una primogenitura ma assai attenti alle contromisure ceppaloniche eterodirette ma non meno efficaci. Mastella, dal canto suo, può godersi le meritate vacanze avendo messo in cascina la questione mensa a colpi di maggioranza, non senza avere ufficialmente aperto il conflitto con Altrabenevento e con Gabriele Corona in particolare. Che non è un segnale di forza e forse uno dei pochi errori in questo anno di sindacatura. Sul conto di Mastella si possono avere le opinioni le più disparate, si può dissentire su talune sue impostazioni, sul suo non agire, ma di errori veri e propri se ne possono contare sulle dita della mano.
L’attacco a Corona è uno di questi. Ben due dispacci “contra coronam” denotano nervosismo e una cronica allergia alle critiche, anche a quelle più serrate. Ben altro contegno ebbe il dottor Faust all’epoca del suo decennato: da questo punto di vista era un vero e proprio muro di gomma nonostante anche lui avesse vissuto con Altrabenevento un rapporto a fasi alterne. Mastella, però, è andato oltre; è riuscito nell’impresa, davvero complicata, di avvicinare De Caro a Corona ma più di tutto farne un interlocutore senza volerlo, nonostante si sia mosso per cercare di farlo fuori, e abbia più volte ribadito che lui non parla con le associazioni. E nemmeno con i comitati di quartiere, che non la stanno prendendo bene per nulla, per non parlare dei sindacati. Panem et circenses, più circenses che panem, a dire il vero. Col BCT che è andato ma con Città Spettacolo adveniente, egli sa di poter recuperare il terreno perso a causa dell’asfittica azione amministrativa che di consensi gliene ha alienato parecchi. Controlla o delega al controllo la rete e facebook in modo particolare, a caccia di “dissidenti” per cui non gli sfugge quasi nulla di quei malpancismi quasi fisiologici che pur si deve mettere nel conto. Radio vicolo narra di un suo alterco con più d’un esercente che non mostrava segnali di entusiasmo nei confronti del bagno di folla e di artisti del BCT. Lascia che un suo assessore minacci dell’ennesima querela una nota giornalista rea solo di avere posto all’attenzione un problema di sicurezza. Insomma, Mastella è inquieto quasi senza averne motivo. E tuttavia lo è. In nome di un patto con Forza Italia, che dovrebbe portargli in dote la tanto agognata candidatura della prole, tollera addirittura le sortite di Giorgione, cui il posto all’Asi interessa a quello poco quanto niente. E così, in abbrivio di estate, Clemente Mastella mostra, forse, l’usura di un anno e mezzo di grande sforzo, fisico e mentale. E qualche sbandata di troppo.