A Roma i cugini di sinistra, a Milano Italia 2020, il Forum Nazionale del PD. Nelle due metropoli italiane ci sono tutti gli attori di questa stagione molto delicata per il centrosinistra. C’è Matteo Renzi che ha nostalgia di quando il PD ospitava il futuro e dice di non averne per “i tavoloni delle riunioni con dodici sigle, di alleanze che si chiamavano l’Unione e litigavano dalla mattina alla sera e si parlavano addosso”. Il segretario ha pure nostalgia per “l’intuizione del Veltroni del Lingotto: stare insieme non contro qualcuno ma per qualcosa”. Renzi annuncia che all’indomani della chiusura della Festa dell’Unità comincerà il tour che in treno girerà l’Italia per 5 mesi. “Toccheremo ogni Provincia e chi ha voglia di mettersi in gioco, si metta in cammino, chi ha voglia di polemizzare, sappia che non li seguiremo». Messaggio lanciato a quanti, rimasti all’interno del partito, proseguono a mostrare segnali di insofferenza, vedi Orlando, che non gradisce l’alleanza con Forza Italia. A Milano c’erano anche i vertici al completo del partito sannita e molti esponenti e amministratori della provincia capitanati dal segretario Valentino che ha espresso il suo pensiero circa quello che dovrebbe essere l’essenza del partito da qui in avanti, “un partito che sia una rete di reti, capace di valorizzare con un’iniziativa costante e non occasionale l’albo degli elettori ed egli iscritti, che torni a essere un luogo di formazione politica non solo per le giovani generazioni. Che riparta dalle cose che sa fare meglio, nelle le comunità e nei territori, affrontando le sfide vere dei comuni e delle città con il giusto grado di orgoglio”.