Attorno alla vicenda del maxischermo negato a Piazza Risorgimento finisce, inevitabilmente, per ruotare questa convulsa vigilia di un appuntamento che non è retorica definire con la storia. Il Benevento, stasera, si gioca la serie A e se solo ce lo avessero detto l’anno passato, quando il mondo giallorosso si fermò per la madre di tutte le partite, quella col Lecce, ebbè, ci saremmo arrabbiati e di brutto col burlone di turno in vena di sfottere. E invece è tutto vero, come è anche vero, purtroppo, che ai successi sportivi non tiene dietro il Palazzo. Il maxiscuorno, Michelangelo Fetto ci scuserà del plagio, appare la parola più appropriata per chiudere questa vicenda fatta di schede Sky semitarocche, e di approssimazione nella quale la politica tutta ha mostrato fino in fondo la corda della sua attuale minorità. Mastella, che tende a defilarsi e soprattutto quando sente puzza di rogna, teme l’impopolarità e fa bene ma teme di più le conseguenze dell’imponderabile e cita i fatti di Torino. Ergo: niente partita in piazza col parere favorevole di Prefetto e Forze dell’Ordine nonostante i precedenti col Perugia e con lo stesso Carpi. L’opposizione, al di la di qualche timido tentativo isolato, dalla vertenza si è tirata fuori e allora resta la sensazione che il risultato straordinario, che comunque è stato già raggiunto, sia rimasto orfano di quel supporto necessario che la classe dirigente avrebbe dovuto fornire in termini di organizzazione e di intuizione. Squadra vincente, città legale molto meno. Pasquale Viespoli, intervenendo a L’Areopago, ha criticato la sequenza di avvenimenti delle ultime ore
