La targa della discordia sarà oscurata. La preside dell’Istituto Rampone Assunta Fiengo, dopo alcune ore certamente non facili, ha deciso di rompere il riserbo e ha fatto sapere che la tabella posta al di fuori dell’aula magna verrà rimossa. O quanto meno riassestata senza il logo del Movimento 5 Stelle. Si chiude in questo modo una violenta polemica che ha appassionato politica e mezzi di informazione, addirittura la eco di quanto è accaduto al Rampone ha finito per coinvolgere anche l’algida Torino, e l’immancabile tribuna di facebook, ormai il vero foro virtuale di questa generazione. La Fiengo non pensava di finire nell’occhio del ciclone, la sua arringa difensiva, se così si può dire, si basa tutta sulla determinazione di avere agito nel pieno e sacro interesse della sua scuola. Epperò quei loghi hanno finito per coinvolgerla, suo malgrado, nella polemica politica la più sanguigna cui non si è sottratto proprio nessuno. Mastella, animato da un dinamismo inusitato negli ultimi tempi, ha liquidato come scorretto il comportamento della Preside e il PD, che fino a qualche mese fa era stato il partito di riferimento della dirigente scolastica, non ha perso nemmeno un minuto per criticare la decisione “politica e strumentale” anche se Valentino ha risparmiato la Fiengo spostando l’attenzione sul Vicepresidente della Camera Di Maio. Intellettuali e operatori della scuola hanno biasimato e Sguera ha dal canto suo minimizzato. Anche Luigi Diego Perifano è entrato nella tenzone con un suo post sui socials nel quale sposta la visuale “tabularia” al di la del fatto contingente. “A furor di popolo la targa dello scandalo è stata oscurata”, scrive. “Ora però, all’ingresso della città, mettiamone un’altra , in bella vista, a perenne biasimo dell’inefficienza e del burocraticismo: l’inefficienza di chi da mesi si balocca coi finanziamenti destinati a rifare gli impianti di pubblica illuminazione e videosorveglianza nell’area industriale di Ponte Valentino; e il burocraticismo di chi ha concepito le pratiche per il risarcimento danni post-alluvione come un vero e proprio percorso a ostacoli per artigiani e piccole imprese”.