Avanti tutta in vista del 30 aprile. Sarà anche un partito nato da una fusione a freddo e che è diventato espressione di apparato, in periferia come al centro, teso alle consorterie e sempre più distante dal ventre molle della società in piena sofferenza e forse lontanissimo da quella base cui dice di richiamarsi. Tuttavia il Partito Democratico è l’unico che osa definirsi partito, nel più generale consesso dell’odierno “arco costituzionale”. Il congresso potrebbe rappresentare uno spartiacque se dovesse, per una particolare combinazione astrale, perdere la mozione Renzi oppure segnare l’imprimatur della risalita dell’ex premier verso il pieno controllo del partito, cui gli sconfitti del 30 avrebbero il compito di uniformarsi pur nella differenza di impostazione e di visione della politica.
Nel frattempo si registra il momento del dibattito e del confronto che in politica è magna pars dell’intera questione. Da noi non è diverso dal resto del Paese. Il partito, benchè monolitico, presenta spunti di riflessione interessanti. La mozione Renzi incarnata dalla maggioranza decariana si sostanzia nello slogan: “Avanti, insieme”. “Il Partito Democratico riscopra in questo congresso l’originario valore della sintesi politica tra forze concorrenti, perché è oggi preziosa quella “diversità nell’unità”, che non è solo possibile ma necessaria”, dice Raffaele Del Vecchio. “Non possiamo porci obiettivi che erano giusti dieci anni fa. Se stiamo fermi al congresso per “riscoprire l’originario valore di sintesi tra forze concorrenti” o “un partito in cui far crescere e integrare ciò che è originariamente diverso” non andiamo lontano”, gli fa eco Carmine Ricciardi componente della lista Orlando. “Oggi è necessario dire che un’assemblea nazionale di mille persone non serve; una direzione nazionale di 200 persone non serve; che il ruolo di segretario del partito è diverso da quello di candidato presidente; il segretario rappresenta una parte, il presidente del consiglio rappresenta tutti. Ricciardi si rivolge direttamente a Del Vecchio. “Ti sei chiesto quanti sono i circoli che riuniscono periodicamente le assemblee degli iscritti? di cosa discutono? quali azioni svolgono nella società? Ti sei chiesto quanti sono i dirigenti e i militanti del partito che conoscono il reddito di inclusione e quanti hanno aiutato le persone in difficoltà a compilare quelle domande? Ti fa piacere parlare di queste cose? se ne parliamo facciamo una cosa utile ma non alle correnti del Pd, nelle quali attualmente siamo collocati, ma ai cittadini italiani. Questo congresso sarà un successo se contribuirà a trovare una strada, la strada per affrontare seriamente la crisi italiana”.