Ieri gli “orlandiani”, oggi gli “emiliani”. Parliamo delle primarie del PD e delle opzioni che offre il ventaglio di schieramenti “altera parte” rispetto alla maggioranza renziana. Mena Laudato e Angelo Miceli, in qualità di elementi meramente politici, insieme a Vincenzo Forni Rossi, Rosanna Papa e Giovanna Petrillo, capeggiano la cinquina presente alla conferenza stampa di Corso Garibaldi che ha illustrato la ratio dell’impegno in questa particolare tornata politica, un tentativo non già di prendere le redini del partito, benchè l’elemento di riferimento echeggiato più volte sia stata l’impari sfida tra Davide e Golia, ma di esercitare quello che platonicamente è il “primato delle idee”, in contrapposizione al pragmatismo dei numeri e delle tessere che ha costituito il limite massimo del renzismo a tutte le latitudini. Uno sforzo per garantire maggiore dinamismo intellettuale e quel quid di sano modello di sinistra che si è quasi estinto nel PD.
Torna, anche tra gli emiliani, il tema della costruzione di un polo adecariano interno al PD sannita. E la sensazione che l’abbattimento del concetto “del cuius regio, eius et religio” ora imperante nel partito beneventano e cioè la religione e quindi il modus operandi del principe esteso ai seguaci, sia possibile o quanto meno praticabile pare farsi strada partendo da una base intellettuale e di circolazione delle idee che faccia giustizia di modelli precostituiti e posizioni consolidate