Pasquale Viespoli accantona per un attimo le valutazioni storiche e critiche sulla destra e si getta invece con decisione nell’agone meramente politico attuale; sempre acquistando da mano destra, si potrebbe dire parafrasando il Poeta. L’ex parlamentare ha ancora e legittimamente velleità di grandeur e la venuta a Benevento del Presidente della Lombardia Maroni sta a dimostrare che il già sottosegretario di Berlusconi ha carisma a sufficienza per essere al centro del dibattito politico in questo momento particolarmente indeclinabile. Finisce che la presenza dell’ex ministro in città passi quasi in secondo piano, Maroni è atteso anche a Napoli per firmare con De Luca un protocollo di intesa, e diventi invece una grande occasione per Pasquale di riaffermare la sua capacità di facondia politica che il tempo non ammacca ma semmai sublima. L’esordio alla Sala Vergineo del Museo del Sannio è da antichi ruggiti contro la sinistra e la sua riforma del titolo V della Costituzione che torna a ritenere la madre di tutte le disgrazie in tema di riforme istituzionali. Dipinge Maroni come il leghista presentabile al cospetto dei Salvini e dei seguaci di Pontida, colui col quale è possibile imbastire un ragionamento fatto di politica al riparo da derive populiste. Insomma, Viespoli riafferma il suo diritto a contare, ad esserci e la platea piena lo conforta.