Nel weekend del pesce d’aprile tiene banco la questione dell’Asia, i cui destini sembrano essere segnati. Tante le indiscrezioni attorno a quello che ne sarà della partecipata comunale e tutte intendono Lucio Lonardo ormai fuori dai giochi. Lui e l’idea stessa di un cda. Si pensa ad una figura che riunisca tutto e nelle ultime ore si è fatto anche il nome di Fabrizio D’Aloja, fatto trapelare dal Mattino e allora c’è da essere certi che si tratti di un profilo ad altissima attendibilità. Un manager importante, fondatore di Microgame “leader nel mercato italiano del poker online e delle scommesse sportive, sempre online”, come recita wikipedia, ma dall’aprile 2014 non è più parte della sua creatura. Subito però è arrivata la smentita di Palazzo Mosti che parla di indiscrezioni ma che nessuna decisione è stata presa.
“I profili dei possibili presidenti sono tutti ancora in valutazione”, aggiunge Mastella che però conferma come l’era Lonardo sia giubilata in nome di una maggiore managerialità piuttosto che una tradizione “troppo caratterizzata dalla politica”. Il sindaco tiene a precisare “che il paventato avvicendamento del management risponderebbe alle logiche di legge oltre che alla naturale scadenza del mandato: nessuna revoca, dunque, a discapito di quanto spesso riportato in queste ore”. Insomma, Lonardo è destinato a togliere il disturbo e certo non per le condizioni di sudiciume nella quale Mastella e molti altri ritengono sprofondi la città. Non gli hanno garantito la permanenza i legami familiari, quelli probanti, gli altri di questi tempi non sono sufficienti, ma meno che mai quella sciagurata conferenza stampa al fianco di Fausto Pepe, compagno di mille avventure, nella quale si criticava la scelta del dissesto e che dalle parti di Ceppaloni è stata intesa come una forma inaudita di tradimento. Va detto che Lucio Lonardo risulta tra i pochi, forse l’unico, che era riuscito a sopravvivere della passata nomenklatura e a mantenere il posto. Mastella aveva smesso di parlare di lui in chiave negativa subito dopo la vittoria elettorale; e dire che la sporcizia delle strade era stato uno dei cavalli di battaglia insieme al centro di cottura dell’ex ministro futuro sindaco. Ora i tempi sembrano maturi e la prudenza di Via Annunziata sembra più un tatticismo che altro. Forse perchè in ballo ci sono anche le sorti dell’Asi, la cui successione a Perifano è oggetto di grandi manovre. E tuttavia il dado è tratto e indietro non si torna.