Sussurri e grida dal mondo del Palazzo. Chi ha detto che le alchimie tattiche della politica passino solo attraverso gli attori prettamente politici? Nulla di più lontano dal vero. Nella repubblica autonoma beneventana ma per essere sinceri anche altrove ci sono altre strade, meno battute e per questo più sicure, per imbastire nuove alleanze in vista di cambiamenti importanti. Una di queste passa per gli incarichi esterni di natura tecnica, per esempio. Così capita che dopo quasi vent’anni di onorata carriera, che so presso l’Ufficio di Piano, e con risultati lusinghieri si decida di cambiare e di indicare la via dell’uscio a gente che ha ben figurato e che per giunta ha contribuito a stilare il programma elettorale per il sindaco in carica. In politica non esiste gratitudine, meno che mai quando in ballo ci sono interessi grossi come i nuovi posizionamenti in vista di un ritorno alle urne quando sarà. Non sarebbe peregrino pensare che ai tre consulenti silurati si preferiscano altri con riferimenti politici assai inclini alle nuove alleanze che si voglio perseguire. In questo intreccio labirintico è perfettamente a suo agio un animale politico come Mastella, in cerca di una collocazione tutt’altro che incline a presupposti di natura ideale.
Egli è un pragmatico ed ha bisogno di un seggio sicuro per uno dei suoi rampolli. Lo trovi da D’Alema oppure altrove non fa troppa differenza. Scartata l’opzione della nascente Alternativa Popolare, ritenuta debole, nelle ultime ore si è fatta strada un’altra ideuzza non male. Si starebbe ragionando con Forza Italia nel caso Nunzia De Girolamo decidesse di virare verso collegi molisani in modo tale da lasciare spazio a Pellegrino Mastella a Benevento. Supposizioni, battute, rumori di fondo. Eppure, costituiscono materia a sufficienza per tentare di capire realmente cosa stia accadendo in questo momento interlocutorio. Intanto nel borsino degli umori neri primeggia Renato Parente e un po anche Molly Chiusolo che in una impennata della sua carriera ci aveva sperato eccome.
Così come sperava di avere altra considerazione Amina Ingaldi che non riesce a trovare la quadra alla sua presenza in giunta. Il sindaco la “utilizza biecamente” quando si tratta di sostenere confronti impari con sindacati od oppositori politici a lui indigesti. Un vero gioco al massacro che Amina di certo non merita. E allora la “lambertiade” passa al contrattacco. A Mastella avrebbe chiesto una sostanziale modifica del sistema delle deleghe, una maniera per sfilarsi dalla rogna della mensa da rimettere interamente nelle mani del sindaco. Lamenta la Ingaldi anche una idiosincrasia dei dirigenti di suo riferimento, un dialogo tra sordi e cita il caso del documento unico di programmazione e del piano esecutivo di gestione. Amina rilancia la sua azione amministrativa ma assumendosi solo quelle che ritiene essere le sue responsabilità e non quelle altrui. Non è dato sapere quale sia stata la risposta del Primo Cittadino ma di certo non l’avrà presa bene.