Ora è ufficiale. Oltre alle immancabili vicissitudini che animano questa stagione politica a Palazzo Mosti, entra prepotentemente in scena la crisi della burocrazia di palazzo e lo fa in modo clamoroso. Il riferimento va alla nota del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno per quanto attiene le collaborazioni di staff circa le quali ci si orientava per l’interruzione e che è arrivata sulla scrivania di Clemente Mastella soltanto nelle ultime ore anche se da Roma è stato fatto recapitare a Benevento un mese fa ed anche più, il primo febbraio scorso.
La notizia è stata diramata dallo stesso Comune di Benevento e c’è da immaginarsi come sia stata presa dal sindaco, il cui nervosismo negli ultimi tempi lo si può tagliare col coltello. In questo caso ha ragione da vendere e c’è da scommetterci che la cosa non resterà senza una esemplare reprimenda. Una dimostrazione ulteriore di quanto sgangherato sia il modus operandi degli uffici a Palazzo Mosti e se la faccenda dei tributi inevasi ha insegnato qualcosa, col suo carico da tre di portato politico, allora sarebbe opportuno arrivare ad una vasta ristrutturazione dell’apparato burocratico che risulta essere una specie di lobby inattaccabile e le ultime Amministrazioni ne hanno avuto un chiaro segnale. Anche qui, come del resto altrove, nella nostra città si assiste al connubio familistico e affaristico che lega a filo doppio politica e parte della società ad essa connessa. Un ginepraio di conoscenze ed anche a volte di parentele che rende tutto inestricabile per cui anche in questo caso si arriverà a paventare inevitabili “giri di vite” senza poi incidere in profondità, laddove un’azione decisa e determinata sarebbe auspicabile nonchè improcrastinabile. Al povero, si fa per dire, Mastella toccherà ora andare lunedì a Roma al Ministero degli Interni per cercare di salvare il salvabile presentando ai rappresentanti del Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Viminale le ragioni di ordine giuridico a sostegno della scelta della sua Amministrazione e salvare il posto alle tre collaboratrici cui va tutta la nostra umana solidarietà. 
