La crisi che attraversa il PD inevitabilmente finisce per estendersi anche alle nostre latitudini. La scissione però non dovrebbe scalfire più di tanto la composizione del partito che dovrebbe restare immutata nonostante qualche tentazione serpeggi nell’ala sinistra del monolite decariano. Fatta salva la parte democristiana e quella sedicente veltroniana non ci dovrebbero essere grossi problemi,. Qualche defezione ci potrebbe essere nell’ala sinistra postcomunista che comunque rappresenta una parte assai residuale del partito. Quella componente potrebbe trasmigrare nel nascente movimento dalemiano di Democrazia Progressista insieme a componenti di Sel non entrati in Sinistra Italiana. Gente come Mena Laudato o Costantino Boffa, tanto per soffermarci sui nomi più illustri, e poi esponenti di sinistra ex Giovani Democratici come Antonella Pepe oppure il vicesindaco di San Nazzaro Antonio Corbo. E poi il gruppo di Morcone, da sempre in aperta conflittualità con Corso Garibaldi. Non si dovrebbe muovere invece Luigi Diego Perifano che, secondo ambienti di Corso Garibaldi, avrebbe rinnovato la tessera del partito. Così come quelli di Futiridea. I Nardone restano fedelissimi al progetto ma non rinunciano alla loro visione critica che da sempre li ha contraddistinti. “E’ necessario aprire una stagione nuova soprattutto sui territori”, dice Francesco Nardone che si professa “renziano critico” ma chiede garanzie sul mezzogiorno, che, dice, “mi pare del tutto abbandonato”. Insomma, il PD decariano non dovrebbe risentire dello scisma. Resta dove è anche il clan Del Vecchio, un po in ombra in questo momento assai turbolento della vita politica cittadina.