Sussurri e alte grida dal mondo della politica. Consiglieri contro assessori, Pasquariello e Ambrosone su tutti tanto per capirci, i più mastelliani in circolazione, assessori contro consiglieri e presidente e consiglieri che guardano con gran sospetto il presidente che è un po visto come il Gran Ventriloquo di tutta questa sarabanda. Direte che si tratti di un guazzabuglio? E’ un gran guazzabuglio. Se il marziano di Flaiano tornasse sulla terra e parlasse in beneventano chissà cosa potrebbe dire in merito all’attuale fase politica e quello che direbbe avrebbe dell’irripetibile. Il nuovo che avanza sembra essere peggio del vecchio che arretra, i modi di dire si potrebbero moltiplicare all’infinito, ma c’è un dato di fatto che si fa strada in mezzo a questa desolazione: l’attuale classe dirigente, in buona parte, proviene direttamente dalla cosiddetta “società civile”, dal quel mondo del lavoro che dal 1992 in avanti ha giudicato, con disprezzo, quelli che la politica la fanno per mestiere. L’attuale consiglio comunale di Benevento conta pochi politici di professione, diciamo così, e molti soggetti che per la prima volta, invece, siedono in un consesso di rappresentanza politica: la differenza è impalpabile. Ciò a dimostrazione che se è marcia la classe dirigente è marcio anche il serbatoio che la alimenta, non si scappa. Al di la di come andranno a finire le cose sullo scandalo tributi, e si sa che non se ne farà nulla perchè sono in troppi ad affollare le fila dei presunti evasori, la sensazione che se ne trae è che c’è un clima di desolazione che non induce ad essere ottimisti. Molti hanno regolarizzato solo dopo che il caso fosse esploso, altri sono rimasti vittima di un sistema burocratico lento e farraginoso, altri ancora hanno pensato che fosse bene non pagare mai e che tra il dimettersi e regolarizzare è meglio farsi da parte, Parigi non vale affatto una messa e tantomeno una messa in mora. In mezzo a tutto questo guazzabuglio Mastella, che appare stanco, ha cercato di togliersi di torno qualche elemento di maggiore disturbo. Gode di reti di riferimento e le sfrutta a dovere. Anche lui, però, vive momenti difficili. I giorni che separano dalla sentenza sono una ventina, occhio e croce, e la Severino, in caso di condanna, è li che lo attende. La derubricazione del capo di imputazione potrebbe essere un segnale favorevole per il sindaco ex Guardasigilli ma le inquietudini sono parecchie. Se condannato dovrebbe essere la Mazzoni a gestire la crisi e si sa che tra i due sono tramontati i giorni del “volemose bene”, semmai ci siano stati. Insomma, è un gigantesco tutti contro tutti mentre la città è allo stremo e il neue kurs mastelliano annunciato a giugno è sempre più simile a Godot.