Settantanni fa la nascita del Movimento Sociale Italiano. La creazione di un partito che si faceva portatore di una idea dello stato che fosse di destra ma composta da elementi che arrivavano direttamente dal Ventennio e dalla guerra civile persa. Una storia difficile, fatta di sussulti nostalgici ma anche proiettata pienamente nella nuova era repubblicana e che va rispettata proprio perchè capace di interpretare i sentimenti di una fetta di società italiana che non aveva abiurato alla propria natura e che reclamava spazio nella nuova Italia che usciva prostrata dalla guerra che il Fascismo aveva voluto. Tutto questo ed anche tanto altro nel convegno organizzato al President da Mezzogiorno Nazionale su iniziativa di Pasquale Viespoli. Nessun revival dei vecchi tempi che furono ma anzi una riflessione attenta su cosa sia oggi la destra e che cosa ancora rappresenti nel Paese.
Esigenza di riempire uno spazio politico di rappresentanza che non esiste più ma che è presente nel cosiddetto Paese reale. Viespoli si sofferma sulla mancanza di proposta politica unitaria della destra nonostante i tentativi di creare un polo univoco come quello ultimo di Alemanno e Storace.